lunedì 31 marzo 2014

Panini ai wurstel con lievito madre NON rinfrescato

La ricetta del pane per il guscio di questi wurstel è sempre la stessa, ho sempre lievito madre in esubero e dovrò pure inventarmi qualcosa.

Devo ammettere che i figli ne sono stati più che entusiasti.
Trovo sia una semplice soluzione anche da portarsi dietro nelle varie gite fuori porta che si iniziano a fare.

Io ho inserito solo wurstel, ma penso che sia possibile aggiungere anche della salsa o del formaggio.
Se sperimentate fatemelo sapere!



Panini ai wurstel con lievito madre NON rinfrescato

  • 100 g di lievito madre NON rinfrescato
  • 300 g manitoba
  • 150 g acqua
  • 1/2 cucchiaino di zucchero
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • farina di semola per il piano di lavoro
  • Wurstel giganti 
  • spezie a piacere
Nella planetaria con il gancio versare farina, lievito madre, zucchero e acqua e far girare a vel.1 per amalgamare bene gli ingredienti, proseguire per altri 5' a vel.2.

Unire il sale e proseguire per altri 5'.

Rovesciare il composto in una ciotola unta di olio, coprire con della pellicola e far lievitare al caldo per 3 ore.
Trascorso questo tempo rovesciare su un piano infarinato, stendere e ritagliare dei rettangoli in cui ingabbiare i wurstel.
Spennellare con olio e cospargere con spezie a piacere e poco sale.
Far lievitare un paio di ore e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 20' circa.

Io ho seguito, più o meno questo sistema per ingabbiare i wurstel:
Immagine presa da Pinterest


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venerdì 28 marzo 2014

Cacio all'argentiera ed è anche gluten free

Ho raccontato qualcosa delle mie origini siciliane, o meglio di quelle del mio papà.
In realtà se ne è parlato sempre poco, ma gli indizi lasciati dai suoi piatti preferiti parlano decisamente siculo, come questo formaggio.

Da brava figlia femmina ho sempre ritenuto che quello che proponeva il mio papà come pietanza fosse eclusivo ed appartenesse solo alla nostra famiglia, crescendo mi sono accorta che, invece, il mio papà mi stava tramandando sapori a lui stesso tramandati dal suo papà, trasferitosi in altra regione, ma con la sua Sicilia nel cuore e, soprattutto, nello stomaco.

Questa ricetta è sempre stata preparata seguendo le indicazioni di mio padre, semplice, semplicissima, così come la sua origine racconta: a Palermo viveva un argentiere che, si racconta, ebbe un periodo meno fortunato negli affari.
Per non perdere la credibilità, che all'epoca passava anche attraverso i profumi che si sprigionavano dalla cucina di casa, la moglie pensò bene di preparare semplicemente del formaggio, ma arricchendolo con aromi e una spuzzata di aceto.
Il profumo che si sprigionerà dalla prepararzione di questo piatto è degno dei migliori manicaretti, non sappiamo come andò la fortuna dell'argentiere, ma di certo la sua fama è rimasta legata a questa ricetta.
La ricetta originale prevede l'utilizzo di un formaggio a media stagionatura ( caciocavallo o ragusano o canestrato) con l'aggiunta di origano , aglio ( ma il mio papà non l'ha mai messo) e una spruzzata di aceto.

Io ho pensato di utilizzare un primo sale.

Ah, già la ricetta, ma quasi non serve, vi avverto.


Cacio all'argentiera
  •  fette di formaggio a media stagionatura spesse non meno di 1 cm ( per me primosale)
  • olio extravergine di oliva
  • aceto di vino
  • origano secco
 Scaldare l'olio e adagiarvi la fetta di formaggio, formerà subito una crosticina croccnte, girarlo con una spatola dall'alto lato e fare cuocere anche l'altro lato, spruzzare con dell'aceto e cospargere con origano secco.
Servire ben caldo.


 Visto che lo scorso venerdì ho preso una cantonata con una ricetta di soli albumi, ma con la farina, questa volta spero di aver fatto bene e invio questo piatto alle amiche del 100% Gluten Free (fri)day


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mercoledì 26 marzo 2014

Pan del vescovo


Oggi una ricetta svuota dispensa.
Ancora buona nonostante si dica  sia primavera, qui la neve in montagna e la temperatura bassa permettono di godere di un dolce non proprio estivo.

Ve la lascio e la lascio alla mia cara amica Lindita che ha scoperto il piacere di cucinare anche grazie  a questa ricetta! ;)



Pan del vescovo
( ricetta presa in rete più di 10 anni fa, chi la riconoscesse come propria me lo faccia sapere)
  • 5 uova sgusciate ( pesarle)
  • pari peso delle uova di zucchero
  • pari peso delle uova di farina 00
  • sale
  • 200 g cioccolato fondente tritato
  • 100 g mandorle 
  • 100 g nocciole
  • 100 g uvetta
  • 8 g lievito per dolci
  • 4 cucchiai di acqua bollente
Mescolare uova, zucchero, farina, acqua e lievito.
Unire la frutta secca tritata grossolanamente e il pizzico di sale.

Versare in una teglia rettangolare , su carta forno.

Lasciare allo spessore di 2 cm circa.

Cuocere in forno caldo a 160°C per 45'.

Far raffreddare e tagliare a cubotti.

Si conserva per diversi giorni in una scatola di latta.



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lunedì 24 marzo 2014

Plumcake al lime e le vecchie coppie

Le vecchie coppie
Le vecchie coppie vivono in camere separate, guardando programmi diversi alla tv.
Quasi non parlano più, si comprendono al volo anche con un colpo di tosse o un piccolo sospiro.
Si passano gli occhiali, quando vanno a fare la spesa insieme, per leggere la scadenza sulla confezione dei biscotti.
Le vecchie coppie non hanno più bisogno di conferme; ci sono, dopo anni, dopo una fila interminabile di giorni, bene o male vissuti insieme.
Le vecchie coppie sanno sorridere ascoltando canzoni della loro gioventù e facendo ballare sui propri piedi una nipotina.
Le vecchie coppie spesso fanno finta di non sopportarsi, forse se lo sono dimenticato tutto il bene che si volevano, ora vedono solo sciroppi, ricette, apparecchi per l'aerosol e fazzolettini usati.
Le vecchie coppie le vedi camminare per strada, sono uno accanto all'altro, magari anche sottobraccio, ma a guardarli ti sembrano terribilmente soli.

La storia di una vecchia coppia è come quella di un paio di calzini.
Nuovi, appena acquistati, perfetti in tutto, semplicemente nati per stare insieme.
Poi, strada facendo, candeggi sbagliati, programmi di lavaggio diversi, i calzini iniziano ad assumere ciascuno una propria caratteristica.
Quello caduto nel programma per i bianchi è improvvisamente rimpicciolito e scolorito.
L'altro , dalla vita più dura, se l'è dovuta vedere con un dito prepotente e una scarpa troppo dura e , dagli e dagli, ora sfoggia un bel buco.
Il rammendo a punti incrociati maldestramente ha permesso di chiudere il pertugio, compromettendone per sempre la comodità e l'estetica.
Eppure quel vecchio paio di calzini restano sempre nel cassetto, sempre appaiati, perfetti da indossare nelle sere più fredde, per farsi scaldare.

Alle vecchie coppie che sanno stare insieme come i vecchi calzini.
A Melina e Gino.



Plumcake al lime
( per due stampi da plumcake 16cm x18)
  • 5 uova intere
  • 300 g zucchero semolato
  • 170 ml panna fresca
  • 270 g farina 00
  • 5 g lievito per dolci
  • 60 ml succo di lime
  • 100 g burro
  • sale
Fondere il burro e chiarificarlo, vale a dire lasciate depositare la parte caseosa che si sarà formata , sul fondo e utilizzate solo la parte gialla.
(Per saperne di più leggere  qui) .
Montare le uova con lo zucchero, fino a quando non saranno triplicate di volume.
Unire la farina setacciata con il lievito, il sale e mescolare bene senza smontare il composto.
Aggiungere il succo di lime, il burro liquido e la panna.

Versare negli stampi, imburrati e foderati con cartaforno, 540 g di composto per stampo.

Cuocere in forno caldo a 160°C per 45' circa.

Fate la prova stecchino.




Ho pensato che un plumcake potesse rendere al meglio l'atmosfera delle vecchie coppie, con la sua morbidezza e la sua punta di sapore dato dal lime.
Come tutte le ricette che si passano da madre a figlia è possibile modificare e variare gli ingredienti a proprio gusto.
Invio con piace questa ricetta alla cara Francesca Aria e al suo contest.

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venerdì 21 marzo 2014

Torta bianca trentina di albumi

Albumi, ancora albumi, sempre albumi...sono riuscita ad accumularne 600 gr, prima o poi dovevo iniziare ad utilizzarli.

Arriva in mio aiuto questa ricetta, che ho copiato immediatamente, non appena ho ricominciato a saltellare in giro a tre zampe!
È rimasta anche questa un pò in archivio, ma mi sembra perfetta ( foto escluse) per una coccola.
Leggendola mi è sembrata quasi una Quattro quarti di soli albumi!
Ho aggiunto l'aroma di vaniglia per smorzare quello del burro che so non piacere a tutti.


Torta bianca trentina
tratta da Sussidiario di cucina trentina
per due stampi da 20 cm o uno stampo da 22 cm

  • 8 albumi ( pesarli)
  • stesso peso di burro
  • stesso peso di farina 00
  • stesso  peso di zucchero semolato
  • mezzo cucchiaino di aroma alla vaniglia
  • marmellata ai mirtilli neri per farcire
Montare gli albumi a neve e tenere da parte.
Montare il burro a crema, unire lo zucchero, la farina setacciata, la vaniglia e , per utlimi, gli albumi.
Versare in uno stampo imburrato e infarinato e cuocere a 170° per 35' circa.

Una volta fredda sformarla e dividerla in due ( se avete usato un unico stampo), farcire con la marmellata ai mirtilli neri , spolverizzare con zucchero a velo.




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giovedì 20 marzo 2014

Coratella cacio e uova alla molisana per L'Italia nel Piatto e regioni mancanti cercasi:Lombardia e Calabria

Eccoci al 20 del mese e al consueto appuntamento con la rubrica L'Italia nel piatto.
Questa volta iniziamo a solleticarvi con ricette regionali a base di uova, in fondo Pasqua è alle porte e quale modo migliore per festeggiarla se non provando tante ricette regionali tipiche?

In fondo al post troverete un'altra novità: CERCASI BLOGGER per le regioni mancanti.


Ecco il nostro consueto giro d'Italia e...buon appetito!
 
Valle d'Aosta-Frittata alla savoiarda
Piemonte - Insalata del venerdì di magro
Trentino Alto Adige Frittata allo speck
Marche  Il pancotto 
Campania Uova in purgatorio 

E il Molise con la coratella cacio e uova.

Questa ricetta viene direttamente dalle mani di una prozia di mio marito.

Si sa come sono le vecchie zie, basta esprimere un desiderio gastronomico e voilà, alla prima occasione, la pietanza desiderata si materializza sotto i vostri occhi, anche se magari è Ferragosto e  sarebbe stato meglio un piatto un pò più " leggero".

Ma le vecchie zie sono così, capaci di realizzare un desiderio in qualsiasi momento e a qualsiasi temperatura.

Il piatto che segue è esattamente questo, un desiderio realizzato.

Piatto tipico della tradizione molisana, preparato prevalentemente nel periodo di Pasqua, prevede l'utilizzo delle parti meno nobili dell'agnello, ma sicuramente le più gustose.


Coratella cacio e uova
  • coratella di agnello
  • 6 uova
  • 200 g pecorino grattugiato
  • un bicchiere di olio extravergine di oliva
  • vino bianco
  • sale q.b.
  • pepe
Pulire accuratamente le frattaglie, tagliarle a tocchetti.
Scaldare l'olio in un tegame, adatto anche ad essere passato in forno, e unire le frattaglie, farle  rosolare dolcemente, quando iniziano a "scoppiettare" sfumare con una spruzzata di vino bianco.
Salare, pepare e lasciar cuocere a fuoco basso.

Nel frattempo mescolare alle uova sgusciate il pecorino , eventualmente aggiustare di sale, ma potrebbe non essere necessario, considerando che il pecorino è già molto saporito.

Quando le frattaglie risulteranno cotte al punto giusto e il fondo sufficientemente ritirato, versare il composto di uova e pecorino e passare in forno caldo a 180°C per 45 minuti o fino a quando non risulterà cotto e con una bella superficie dorata.


E adesso passiamo alle novità:

A.A.A. foodblogger delle regioni LOMBARDIA e CALABRIA CERCASI .

Avete voglia partecipare alla nostra rubrica L'Italia Nel Piatto?
Allora ti aspettiamo, queste sono le regole!

Per motivi organizzativi potrà partecipare solo chi ha un blog
I partecipanti dovranno essere residenti o originari delle regioni richieste
I partecipanti dovranno creare ricette tradizionali (dolci o salate) della regione di appartenenza e dovranno contenere: accenni alla tradizione e/o alla storia del piatto proposto ed almeno 2 foto
Varranno ricette pubblicate dal 1 aprile sino al 30 aprile compreso
Non saranno valide le ricette già pubblicate, ma con la ricetta si potrà partecipare ad altri contest
I partecipanti dovranno inviare un minimo di 2 ricette, massimo di 3
Si dovrà esporre il banner del gioco linkato alla pagina facebook di L'Italia Nel Piatto, sia nel post della ricetta sia nella barra laterale del blog
Si segnalerà la partecipazione e le ricette preparate, lasciando un commento alla pagina de "L'Italia nel piatto" con link alla ricetta relativa, sotto al post in cui si pubblicizza il contest.
Speriamo che tutte queste indicazioni non vi disorientino perché vi vogliamo numerosi!!


Questo il banner da prelevare


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lunedì 17 marzo 2014

Soufflè ai gamberi con salsa alle cime di rapa

Ricetta abbastanza "pensata"...

Ho capito che i sapori mi piace sentirli in maniera decisa.
Il soufflè , per sua natura, ha una vocazione delicata, eterea, la consistenza del suo impasto lo rende adatto a far percepire l'insieme del gusto lentamente.
Dopo aver sperimentato il soufflè alla scapolese, temevo che qualunque altro abbinamento mi avrebbe deluso, dal punto di vista del sapore, non della riuscita della ricetta.

Ho voluto provare con ingredienti legati al mare, ma anche alla terra.
Niente confusione sulla salsa da accompagnare, questa volta, tra fumetto e roux, mi sono messa al sicuro.

Ho pensato di lasciare i gamberi crudi , semplicemente marinandoli in un trito di erbe e poco vino bianco.
Ho tentato anche una manovra "rischiosa" ( dietro suggerimento del maritino, naturalmente contestato dalla sottoscritta! mi sbagliavo!!), ho inserito un gambero intero a metà cotturà del soufflè, praticamente dopo 8 minuti ho aperto il forno e rapidamente infilato il gambero intero.
Risultato dell'esperimento: il soufflè ha continuato a crescere, poi naturalmente , una volta fuori dal forno ha fatto la solita fine, ma non mi si è sgonfiato intervenendo a metà cottura.
 La base di partenza del soufflè è sempre quella della ricetta di Fabiana la nuova vincitrice dell'MTC .

Soufflè ai gamberi con salsa alle cime di rapa
per 4 stampi monoporzione ( mezza dose rispetto alla ricetta originale)


Per i soufflè

  • 150 ml di panna fresca
  • 15 g  maizena
  • 15 g di burro + quanto basta per ungere gli stampi
  • 3 uova medie a temperatura ambiente
  • 70 g di gamberi sgusciati + 4 interi per la decorazione
  • 40 g formaggio fresco ( ricotta, formaggio cremoso)
  • timo, rosmarino, salvia
  • poco vino bianco
  •  sale, poco
  • parmigiano grattugiato a sufficienza per ricoprire fondo e bordi degli stampi, circa 3 cucchiai
Per la salsa
  • 50 g cime di rapa lessate
  • 250 ml fumetto di pesce
  • olio extravergine di oliva
  • 8 g maizena
  • aglio
  • sale
 Per la salsa

Preparare il fumetto di pesce versando in una pentola capiente 2 lt di acqua,  pesci di roccia ( io pesciolini da frittura), le teste dei gamberi, un porro, una cipolla rossa, un pomodoro e far bollire per 45'-60', schiumando di tanto in tanto.

Una volta che risulterà ridotto di volume, passare al chinoise schiacciando bene i pesci e le verdure per ottenere tutti i succhi.
Dividere in contenitori di plastica e conservare, volendo anche in freezer se non si utilizzerà tutto.







 Lavare e lessare le cime di rapa.
Tenere da parte.
In un padellino dal fondo spesso scaldare un cucchiaio di olio e unire 8 g di maizena, mescolando bene e facendo tostare leggermente.
Allungare con il fumetto preparato e continuare a mescolare, per 10'.

Man mano si verrà a formare un fondo piuttosto denso.
Versare nel mixer lo spicchio di aglio sbucciato, le cime di rapa, il composto ottenuto e olio quanto basta e frullare, fino a d avere una salsa vellutata.
Tenere da parte.


Preparare i soufflè

Per prima cosa imburrare e cospargere di formaggio i contenitori.
Lasciarli in freezer fino al momento dell'utilizzo.

Lavare e sgusciare i gamberi, rimuovere accuratamente il filetto nero , tagliare a pezzetti di circa 1 cm e porre in una ciotola con 4-5 foglie di salvia spezzettate, poco timo e gli aghi di un rametto di rosmarino, aggiungere un paio di cucchiai di vino bianco e poco olio.
Lasciare marinare fino all'utilizzo.

Sgusciare le uova e separare i tuorli dagli albumi.
Montare a neve ferma, ma non fermissima, gli albumi.

Preparare i soufflè iniziando a mescolare poca panna con la maizena prevista, senza formare grumi.
Scaldare il resto della panna, portandola a bollore.
Aggiungere il composto di panna e maizena e mescolare , su fuoco basso, fino a d avere una consistenza cremosa.
Allontanare dal fuoco e inglobare un tuorlo alla volta, facendolo assorbire bene prima di unire il successivo.
Unire i gamberi a pezzetti sgocciolati dalla marinata, ma con tutte le erbe, e il formaggio cremoso.
Aggiustare di sale e unire , in ultimo gli albumi montati, cercando di non smontare il composto.

Riempire gli stampi ( quelli messi in freezer) per i 2/3 e cuocere in forno preriscaldato a 200°C per 15'-18' nel caso di stampi monoporzioni, 25'-30' in caso di stampo unico.

Dopo circa 8' di cottura, aprire e inserire RAPIDAMENTE un gambero intero nel soufflè.

Proseguire la cottura per il tempo previsto.

Tirare fuori dal forno e servire accompagnato dalla salsa alle cime di rapa.




Con questa ricetta partecipo all'MTC di marzo

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venerdì 14 marzo 2014

Soufflè alla scapolese con salsa alla 'nduja

 Apprezzo i soufflè, soprattutto nella versione salata.
Ne ho preparati diversi, seguendo i fondamenti della ricetta canonica che prevede una bechamelle a cui unire poi il resto degli ingredienti.
Con molto interesse, quindi, ho letto la ricetta della nuova sfida dell'MTC di Fabiana, un soufflè che utilizza come base della panna fresca, dello chef stellato  Cyril Lignac.
Mi è sembrato molto interessante da provare, ma, ancora più della preparazione ( veloce e semplice con l'unico passaggio critico nel mescolare bene sul fuoco la panna con la maizena) ha potuto la prova assaggio.
Ragazze mie, qui siamo all'indescrivibile, quello che vi ritroverete ad assaporare avrà la consistenza di una nuvola, leggero, sofficissimo e, cosa fondamentale per me, non sa assolutamente di uovo.

Naturalmente la parte complicata della sfida è stato pensare ad una ricetta e ad una salsa,
il mio freezer ha dato prova di un grande potere, tirando fuori dai suoi meandri niente meno che una parte di farcia utilizzata per i Ravioli alla scapolese.
Per un soufflè così saporito ho dovuto necessariamente pensare ad una salsa di accompagnamento di quelle belle "toste" e così sono andata su un sugo a base di salsa di pomodoro ( rigorosamente fatto in casa dalla suocera) con della 'nduja che quasi si sbriciola soffriggendo leggermente nell'olio , donando all'insieme un sapore difficile da ignorare e finendo automaticamente fuori gara, ma sarebbe stato un sacrilegio non abbinare questa salsa a questo soufflè!

Per i fondi e le altre salse aspettatemi al soufflè numero due.



Soufflè alla scapolese con salsa alla 'nduja

Per il soufflé ( ricetta di Fabiana )
  • 300 ml di panna fresca
  • 3 cucchiai da minestra di maizena ( 30 g )
  • 30 g di burro + quanto basta per ungere gli stampi
  • 6 uova medie a temperatura ambiente
  • 220 g di ripieno alla scapolese
  •  sale, poco
  • pecorino grattugiato a sufficienza per ricoprire fondo e bordi degli stampi, circa 3 cucchiai

Ripieno alla scapolese
200 gr di composto ottenuto con i seguenti ingredienti (a me era avanzato da questa preparazione )
  • 165 gr di salsiccia secca , conservata sotto sugna e aromatizzata con cumino ( "petratta"), finocchietto selvatico e poco peperoncino piccante;
  • 50 gr di pancetta magra o guanciale;
  • 130 gr di bietola lessata a foglie piccole, corte con venature rosse ( in sostituzione quella a coste e foglie più grandi purchè ben lessate e sminuzzate);
  • 650 kg di patate lesse
  • 165 gr tra ricotta secca di capra e formaggio locale ( misto pecora -capra) ben stagionati da utilizzare grattugiati;
  • 115 gr di formaggio di mucca e capra semifresco;
  • 2 uova intere;
  • 1 tuorli;
  • sale
Preparare il ripieno: macinare la salsiccia secca, il guanciale e il formaggio semifresco, unire tutti gli altri ingredienti.
Potrete utilizzare il ripieno che avanza per farcire dei ravioli o potrete congelarlo e utilizzarlo in seguito.

Salsa alla  'nduja
  • salsa di pomodoro fatta in casa ( non bluffate, quella comprata non darà lo stesso risultato)
  • 'nduja a fette ( abbondate se amate i gusti strong)
  • olio extravergine di oliva
Scaldare l'olio e unire la 'nduja a pezzetti, farla soffriggere dolcemente, quasi si sfalderà, dopo pochi minuti unire la passata , mescolare, coprire e lasciar cuocere a fuoco dolce, fino a quando il profumo sarà irresistibile ( circa 30 minuti).
Se proprio vi è toccato utilizzare una passata del supermercato, considerate di raddoppiare i tempi di cottura e di aggiungere un pochino di sale.

Mentre la salsa cuoce preparare i soufflè e scaldare il forno a 200°.

Imburrare  gli stampi o lo stampo che devono essere puliti ed assolutamente asciutti, ungere fondo e bordi.
Copargere il formaggio grattugiato negli stampi in modo che ne siano interamente ricoperti avendo cura di non toccare più l'interno con le dita.
Riporre in freezer  fino al momento del riempimento. 
Ripassare ancora i bordi con un altro poco di burro pomata e raffreddare nuovamente
In una ciotolina mescolare la maizena con poca panna fresca fuori fuoco.
Portare ad ebollizione la restante panna, raggiunto il bollore unire il mix panna maizena mescolando sempre, abbastanza rapidamente.
Abbassare la fiamma e proseguire la cottura aiutandosi con una frusta a mano fino ad ottenere una crema spessa.( Accadrà molto rapidamente e più la panna è bollente, più rapidamente la miscela si ispessirà).
Allontanare dalla fiamma ed unire il burro avendo cura di continuare sempre a  mescolare.
Rompere le uova  tenute a temperatura ambiente, separando i tuorli dagli albumi.
Unire i tuorli uno alla volta, incorporandoli alla perfezione prima di introdurre il successivo.
Lavorare il ripieno alla scapolese con un cucchiaio e  unirlo alla massa .
Salare, poco, solo se occorre e mescolare bene.

Montare gli albumi, a neve ferma , ma non fermissima e unire al composto, mescolando dal basso verso l'alto, senza smontare.


Riempire gli stampi per i 2/3 e porre in forno a 200°C per 15'/18' in caso di stampini piccoli, 20'/25' in caso di stampo unico, evitando di aprire il forno per i primi 15'.

Per accentuare la colorazione del soufflè è possibile cospargere la superficie con del formaggio grattugiato, prima di infornare,  come suggerisce Fabiana.

L'esterno dovrà risultare compatto e l'interno umido e soffice come una nuvola, ed è esattamente il risultato che si otterrà con questa ricetta.

Servire con la salsa alla 'nduja, che farà da degno corollario a questo soufflè.



   
Con questa ricetta partecipo all'MTC di marzo

e, visto che è anche senza glutine,


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mercoledì 12 marzo 2014

panini McDonald???...no, panini della mamma!

"Mamma, ma perchè qui non c'è McDonald?"

Ehm...non lo so, forse perchè qui non ci piacciono quei panini.

" A me  piacciono, mamma...io lo voglio un panino così, anzi un megaburger a tre piani!"

Ma tu dove lo hai visto?

" In tv...mamma, mi ci porti qualche volta?

Facciamo così, stasera il panino tipo McDonald te lo faccio io, va bene?

" Siiiii, ma mi ci metti pure ketchup e maionese e wurstel e formaggio? e...."

Si, per questa volta tutto quello che vuoi, anche l'insalata, va bene?

"Mamma, ma tu sei magica?"

^__^



Panini quasi McDonald
(da Fare il pane di Cathy Ytak)

Dose per 6 panini medi o 10 panini piccoli
  • 200 ml latte
  • 40 gr burro fuso
  • 350 gr farina bianca 0
  • 2 cucchiaini di lievito secco o 17 gr di lievito di birra
  • 1 cucchiaino di sale
  • un cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiaino di succo di limone
Lavorare tutti gli ingredienti e lasciar lievitare per un'ora e mezza.

Per chi utilizza una MDP versare il burro fuso con il latte sulla farina e gli altri ingredienti e avviare il programma "impasto".

Al termine modellare dei panini della grandezza desiderata.

Spennellarli con un pò di latte e infornare in forno caldo a 210°, poi abbassare a 200°.

Tenere d'occhio la cottura, i miei hanno impiegato circa 20', ma molto dipende dal forno e dalla pezzatura dei panini.

Una volta cotti lasciarli raffreddare su una griglia.
Farcirli all'ultimo minuto.

Possono anche essere congelati e tirati fuori qualche ora prima di farcirli.

Ah, dimenticavo, farciteli come vi pare!



PS Ricetta rimasta in archivio per ben due anni, foto leggermente virate sul blu, ma ricetta ottima !
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lunedì 10 marzo 2014

Pane 100% semola di grano duro

Ho deciso di voler provare a fare un pane solo di semola di grano duro, peccato mi ritrovassi quella per la pasta e non la rimacinata.

Ho pensato che potesse andar bene lo stesso.

Ho provato la ricetta delle sorelle Simili che prevede l'utilizzo del lievito di birra e non del mio lievito madre senzanome, tutto sommato il risultato non mi è dispiaciuto.
Certo non è il pane di Matera, non ha quei bei buchi che tanto apprezzo, ma buon è buono.

Condivido la ricetta per fissarla su queste pagine virtuali, ben sapendo che tanto la dimenticherò e così ne lascerò traccia, soprattutto per me!



Pane pugliese di grano duro
da Pane e roba dolce - Simili

Biga
  • 120 g semola di grano duro
  • 80 g acqua
  • 2 g lievito di birra
Amalgamare tutti gli ingredienti e lasciar riposare per 18/24 ore in una ciotola coperta con della pellicola.

Impasto
  • biga
  • 850  g semola di grano duro
  • 600 g acqua
  • 20 g lievito di birra
  • 15 g sale
In una ciotola sciogliere la biga e il lievito di birra con metà dell'acqua tiepida, unire un terzo della farina e il sale e lavorare, unire altra farina e altra acqua, alternandole.
Lavorare l'impasto fino ad ottenere una pasta molto elastica, tenera ma non appiccicosa.

Far riposare in una ciotola unta d'olio per un'ora e mezza.

Trascorso questo tempo rovesciare l'impasto su un piano infarinato, dividere in due parti e formare due palle.

Coprire e far lievitare 30'.
Arrotondare di nuovo cercando di eliminare una parte dei gas che si saranno formati ( indicazione delle Simili).

Far lievitare , coperte altri 45'-50', fino al raddoppio.
Con una lametta dare quattro tagli ( io solo uno ) e porre sulla pietra refrattaria tenuta nel forno preriscaldato al max, abbassare a 210° e cuocere per 20', abbassare a 190° , cuocere altri 20/30 minuti, poggiare sulla parete e continuare la cottura per altri 15' per far asciugare bene la base, che dovrà suonare vuota .

Dopo due giorni si mantiene ancora morbido, direi perfetto! 



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sabato 8 marzo 2014

Hi-hat con meringa ai lamponi e UnLampoNelCuore

Adoro il tam tam virtuale.
Probabilmente il richiamo ancestrale è vivo e forte dentro di me, ma lo è ancora di più quando da un  blog che racconta di cucina riesce a partire un messaggio di pace capace di unire uomini e donne di buona volontà.

Tutto è partito da una ricetta di Annamaria e dal post ad essa collegato, da lì al ritrovarci tutti uniti per promuovere questo progetto il passo è stato breve, siamo arrivate in frotte, come formichine laboriose ed oggi eccoci qui, a festeggiare con il rosso dei lamponi, invece che il giallo delle mimose, delle donne coraggiose.
Non servono tante parole , ognuno può cercarle, trovarle, leggerle.
Ognuno può andare con la memoria a quegli anni, recenti  eppure che segnano una terribile pagina del XX  secolo, la guerra in Bosnia Erzegovina.
Noi italiani, così vicini, ma così distratti da non accorgerci realmente di cosa stesse accadendo, o semplicemente troppo occupati a vivere le nostre tranquille vite per "indignarci".

Sono passati tanti anni dal quel lontano 1992, abbiamo imparato a guardare cosa è accaduto, i nostri figli hanno iniziato a studiare quella storia , sono stati scritti romanzi, pubblicate immagini, allestite mostre, ma l'esempio più forte viene dalle donne di Bratunac.
Ognuno di noi può provare a fare qualcosa di concreto, partendo dalla propria dispensa, noi oggi abbiamo voluto colorare di rosso lampone le nostre cucine, preparando una ricetta che contenesse questi frutti.


Ci sono cose. Piccole cose che non dimenticherò, che sono niente e invece restano più forti di tutto.
dal libro "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini


Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a Un Lamponelcuore intendono far conoscere il progetto "lamponi di pace" della Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/),nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi. 
Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo oltre dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell'antica coltura dei lamponi e sull'organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull'aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti.
A distanza di oltre dieci anni dall'inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola "ritorno" nella scelta del "restare". 

Per altre informazioni  sulla storia della cooperativa, sui criteri che ispirano le loro colture, sull'evoluzione del progetto potete leggere qui.




Hi-hat con meringa ai lamponi
Adattata da una ricetta di Martha Stewart
Dose per 40 stampini

Per la base

  • 90 g burro a temperatura ambiente
  • 45 g cacao
  • 45 g acqua calda
  • 45 g latticello ( mescolare metà latte con metà yogurt naturale)
  • 180 g farina
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 1/4 cucchiaino di sale
  • 80 g zucchero
  • 1 uovo
  • 1/2 cucchiaino di vaniglia

Per il frosting

  • 300 g zucchero
  • 3 bianchi d'uovo a temperatura ambiente
  • 60 g acqua
  • 1/2 cucchiaino di cremor tartaro
  • 100 g di marmellata di lamponi, setacciata per privarla dei semi

Per la copertura di cioccolata

  • 350 g cioccolato fondente al 50%
  • 3 cucchiai di olio di girasole

Per prima cosa accendere il forno a 180°C e preparare i pirottini sulla teglia da forno.

Mescolare l'acqua, fatta riscaldare, con il cacao, fino ad avere un composto morbido.

Unire il latticello, mescolare e tenere da parte.

Setacciare la farina con il sale, il bicarbonato di soda e tenere da parte.

Montare il burro morbido con lo zucchero, fino ad ottenere una crema, unire l'uovo e la vaniglia.

Mescolare la farina, alternando con l'impasto a base di cacao, iniziare e terminare con la farina.
Mescolare bene.

Versare nei pirottini riempiendoli fin sotto il bordo.

Cuocere a 180°C per 15'.
Se utilizzate stampini piccoli, diminuite un pò il tempo di cottura, per evitare che asciughino troppo.

Sfornare e far riposare altri 15'.

 Frosting

Lavorare lo zucchero, gli albumi, l'acqua e il cremor tartaro  fino ad avere un composto spumoso.

Passare su un bagnomaria e montare per almeno 5', fino a quando gli albumi non risulteranno tiepidi,  togliere dal bagnomaria e continuare a montare per altri 15', in planetaria, aggiungendo la composta di lamponi. Versare in una sac à poche con bocchetta liscia.

Su ogni minicupcake disegnare  una doppia spirale dal centro alla periferia e viceversa.

Non abbiate timore ad abbondare, ma cercate di eliminare i bordi all'esterno, così sarà più facile glassarli.

Conservare in frigo per almeno 2 ore.

Glassa

Far sciogliere a bagnomaria il cioccolato tritato con l'olio, mescolare fino ad avere un composto liquido, far intiepidire per almeno 15', prendere i dolcetti e "tuffarli" nel cioccolato, aiutandovi con due forchette e metterli a sgocciolare su delle grate.
Conservare in frigorifero.







Foto di Anna Maria Pellegrino

Foto di Luca Ciaramella


Di seguito vi preciso dove si possono trovare i prodotti della Cooperativa Agricola Insieme: - sono distribuiti da Coop-Adriatica e NordEst quindi si trovano più facilmente nel Veneto, Friuli Venezia Giulia, parte dell'Emilia e della Lombardia al confinte.
I punti vendita che hanno in assortimento i prodotti partono dai 1000mq in su;
- sono distribuiti anche da Altromercato e dal commercio equosolidale e dal loro sito (altromercato.it) è possibile, tramite anche una richiesta via email, ottenere i punti vendita;
- nel milanese vengono distribuito da MioBio (http://www.mio-bio.it/), un gas molto attivo;
- Rada Zarcovick, la responsabile della cooperativa, sta prendendo accordi con le Coop che si occupano dei punti vendita della Lombardia e della Toscana per poter distribuire anche in queste zone i loro prodotti.
Per quanto riguarda Coop Adriatica le confetture dei frutti della pace è in assortimento solo nel canale iper:
ADRIATICA BOLOGNA IPER BORGO
ADRIATICA BOLOGNA NOVA
ADRIATICA BOLOGNA LAME
ADRIATICA VENETO SAN DONA'
ADRIATICA VENETO SCHIO
ADRIATICA VENETO CONEGLIANO
ADRIATICA VENETO VIGONZA
ADRIATICA ROMAGNA IMOLA
ADRIATICA ROMAGNA RIMINI
ADRIATICA ROMAGNA LUGO
ADRIATICA ROMAGNA FAENZA
ADRIATICA ROMAGNA RAVENNA
ADRIATICA MARCHE PESARO
ADRIATICA MARCHE CESANO
ADRIATICA ABRUZZO SAN BENEDETTO
ADRIATICA ABRUZZO CHIETI
ADRIATICA ABRUZZO ASCOLI

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venerdì 7 marzo 2014

Panissa sandwich per il 100% Gluten Free (Fri)Day

Ho assaggiato per la prima volta questo piatto lo scorso anno, direttamente a Genova e preparato in modo eccellente.

Ammetto la mia ignoranza e curiosità al primo morso, io e la figliola ci guardavamo chiedendoci: ma cosa sarà?
-No, non sono patatine, troppo lunghe, troppo morbide, eppure...
-Buone , sono buone, ma non ho capito bene...

Alla fine ho chiesto e scoperto che quei bastoncini nel mio piatto rispondevano al nome di "panissa", ricetta tipica ligure, a base di farina di ceci, cucinata come una specie di polenta e poi tagliata a bastoncini e fritta.

Reperita la materia prima, ho dovuto aspettare il periodo adatto per friggere, vale a dire quello in cui avessi voglia di sentire odore di frittura per tutta la casa, sui capelli  e sulla mia faccia.

Carnevale è arrivato ( e anche passato) e io , come da tradizione, ho fritto.

Ho pensato di preparare questa ricetta per le amiche e amici del 100% Gluten Free(fri)day, settimana dopo settimana, mi sto abituando a pensare in maniera parallela ad una cucina per tutti e una gluten free e sto scoprendo che è più semplice di quanto possa sembrare.

Tornando alla ricetta, mi sono affidata a quella dei nuovi The Recipe-tionist, che a loro volta l'hanno presa da Carla Emilia e ne ho fatto una versione tradizionale e una un pò diversa creando dei piccoli sandwich farciti con prosciutto crudo e pecorino semistagionato, semplici da fare, unico passaggio critico la frittura, buoni e carini da presentare.



Panissa sandwich
  • 300 g farina di ceci
  • 1 lt di acqua tiepida
  • sale
  • olio extravergine d'oliva per friggere
Stemperare la farina, setacciata, con l'acqua calda, mescolare fino ad averla inglobata tutta, senza formare grumi.

Unire il sale e porre sul fuoco, mescolando sempre, fino ad avere una consistenza densa, che si stacchi dalle pareti.

Rovesciare su due piatti piani e far raffreddare.

Tagliare in bastoncini e friggere in olio caldo fino a quando non risulteranno dorati.

Per i sandwich tagliare dei rettangoli di panissa, dividere a metà e farcire con una fettina di prosciutto crudo e una fettina di pecorino semistagionato.
Friggere in olio caldo, facendo attenzione quando si dovrà girare, a non far aprire il sandwich.







  E torno a partecipare, con molto piacere a The Recipe-tionist di marzo



Con questa ricetta partecipo al contest di Monique e Paola sui Finger foods


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