mercoledì 30 gennaio 2013

Kumquat sciroppati

Di stagione?
Non di stagione?

Non so neanche dove crescano e di certo non sul mio balcone, da qualche parte avevo letto che non erano neanche degli agrumi, ma mi sono documentata e posso affermare senza paura di sbagliare che il kumquat è un agrume....ora siete tutti più tranquilli? Io si :)

Fatto sta che in una delle giornaliere puntate al supermercato ne trovo una vaschetta da mezzo chilo ad un prezzo che definire irrisorio è abbondare.

Li acquisto di corsa.

Torno a casa e provo a mangiarne uno così com'è: aspro, che al solo pensiero riesco ancora a sentirlo in bocca!

Giro rapido sul web in cerca di idee e capito sul forum di Gennarino,che riporta una ricetta di Azabel.

E' perfetta, semplice nell'esecuzione e di sicura riuscita ( se è riuscita a me andate tranquilli!).

Unico limite è che i semini restano all'interno dei frutti, ma sono comunque piccoli e non è fastidiosissimo trovarli, un pò come il nocciolo nelle ciliegie sciroppate.
Il sapore è ottimo,  non sono dolcissimi, ma perdono solo quell'acre che li faceva apprezzare meno .

Vi riporto la ricetta di Azabel per comodità e promemoria anche mio.

Io li ho usati in questo modo, per ora ;)



Kumquat sciroppati

  • 300 gr di kumquat
  • 650 gr di acqua
  • 350 gr di zucchero
  • un pezzetto di stecca di cannella ( io non l'ho messo)


Lavare per bene i kumquat e sforacchiarli con uno stuzzicadenti.

Portare a bollore l’acqua, unire i kumquat e cuocerli per 5 minuti dalla ripresa del bollore. Scolarli e metterli da parte.

Aggiungere all’acqua lo zucchero (e la cannella) e portare a bollore. Unire i kumquat e lasciar riposare, coperto, per 24 ore.


Il giorno seguente scolare i kumquat, riportare a bollore lo sciroppo ed unire nuovamente i frutti.

 Lasciar riposare, coperto, per 24 ore. (Se si desidera che il profumo di cannella sia solo accennato a questo punto è possibile eliminarla).

Ripetere quest’ultimo passaggio (scolare-bollire-riunire-riposo di 24 ore) per altre 5 volte.

Per l’ultima volta  scolare i kumquat, portare a bollore lo sciroppo, unirvi i kumquat e far riprendere il bollore. Disporre kumquat e sciroppo in vasetti ben puliti, chiuderli e lasciarli riposare capovolti finché sono freddi.

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lunedì 28 gennaio 2013

Giardiniera alla molisana per L'ITALIA NEL PIATTO

Oggi parte una nuova avventura, non ce l'abbiamo proprio fatta a dirci addio, ma come: finalmente l'Italia era unita !!!

Per farla breve ci siamo consultate un pò tra di noi e grazie all'entusiasmo di Cinzia abbiamo deciso di continuare, insieme , con un tema conduttore per tutte le regioni, e un nuovo nome per la rubrica, ci è piaciuto molto confrontarci su piatti tipici e ritrovarli in regioni diverse,
visto il successo delle nostra rubrica, il nostro viaggio tra i sapori continuerà!!

 La nuova rubrica "L'ITALIA NEL PIATTO", vi aspetta il 20 di ogni mese, per portarvi tra i sapori della nostra tradizione, e con noi ci saranno nuovi blog a rappresentare la nostra Italia.

 Colgo anche io l'occasione per dare il benvenuto ufficiale a Carla della Lombardia, a Filomena della Calabria e a Ely del Veneto.

 Ora passiamo alla ricetta..il tema del primo appuntamento è LE VERDURE.

 La ricetta questa volta è quella della suocera.

E' proprio quella che prepara lei ogni estate e che manda in estasi il figliolo, nonchè mio consorte con sospiri e esclamazioni del tipo: " Ah! Come è buona la giardiniera che fa mia mamma!!!"

Inutile tentare di competere non ce la farò mai, ma come dice il proverbio?
Se non li puoi combattere unisciti a loro.

Non combatterò , nè tenterò di superare la perfezione, semplicemente ho chiamato la cara suocera e le ho chiesto la ricetta, dettata per telefono con tutte le domande, per capire bene, da parte mia.

Ve la passo tale quale , quella che vedete nelle foto è proprio quella originale della suocera, io ancora non ci ho provato, ma garantisco sul risultato e sulla bontà, quelle del supermercato non possono competere!

Giardiniera alla molisana

Questa ricetta non ha dosi precise, vi darò indicativamente delle quantità, ma non sono così rigide.

  • un cavolfiore
  • 500 gr di coste di sedano
  • 500 gr di carote
  • un kg di cipolline
  • 2 peperoni rossi
  • aceto di vino bianco
  • sale
 Pulire e tagliare le verdure.

Il cavolfiore a cimette piuttosto piccole.
Il sedano a tocchetti .
Le carote a rondelle , se possedete l'attrezzo per fare le verdure scanalate utilizzatelo, l'effetto è molto carino.
Sbucciare le cipolline.

Far bollire 2 parti di acqua e una di aceto, unire un pò di sale e tuffare le verdure seguendo questo ordine:
  1. Cavolfiore, far tornare il bollore e cuocere qualche minuto ( tutte le verdure devono rimanere tenaci), scolare e tenere da parte.
  2. Sedano a pezzetti, scolare e tenere da parte.
  3. Cipolline, attenzione proprio pochissimi minuti, scolare.
  4. Carote, impiegano un pò più di tempo.
  5. Peperoni, sono sufficienti pochi minuti, non li fate ammorbidire troppo.

In un'altra pentola mettere a bollire di nuovo acqua e aceto sempre nella proporzione di 2:1 ( due leitri di acqua e uno di aceto), far intiepidire e versare sulle verdure disposte a strati in barattoli sterilizzati  , coprire commpletamente , chiudere i barattoli e conservare in luogo fresco.

Si conservano a lungo.



      E questa è la prima ricetta molisana per la rubrica L'ITALIA NEL PIATTO che vi accompagnerà ogni 20 del mese.
Bello il nuovo banner, vero??
Tutto merito del lavoro di Eva che in pochissimo tempo lo ha creato e personalizzato per ogni regione!!

E questo l'elenco delle altre regioni partecipanti, forza cosa aspettate ad andare a curiosare?


Valle D'Aosta: Rotolini di cavolo di L'appetito vien mangiando
Piemonte Insalata di cipolle di La casa di Artù
Lombardia: Tortino di verze, salsiccia e patate in fonduta di formaggio Salva Cremasco DOP di Le delizie della mia cucina
Trentino Alto Adige: Crauti Trentini con mele e maiale di A fiamma dolce
Veneto: Insalata di radicchio e pere di Le tenerezze di Ely 
Friuli Venezia Giulia:Minestron de risi e verze di Nuvole di farina
Emilia Romagna: Polenta e verze di Zibaldone culinario
Liguria: Frittata di funghi di Un' Arbanella di basilico
Toscana: Pasta e fagioli di Non solo piccante
Umbria: Cavolo Verza all'Eugubina di 2 amiche in cucina
Marche: Pasta con cavolfiore ed olive di La creatività e i suoi colori
Abruzzo: "Ghiotta" di In cucina da Eva
Lazio: Rigatoni con broccolo romano di Chez entity
Campania: Panzerotti al forno con friarielli e scamorza di Le ricette di Tina
Puglia: Strascenàte e ccime de cole di Breakfast da donaflor
Basilicata: Cardoncelli trifolati di Pasticciando con Magica Nanà
Calabria: Patate mpacchiuse silane di Io cucino così
Sicilia: Frittelle di Cavolfiore di Cucina che ti passa
Sardegna: Carciofi ripieni di ricotta e pecorino di Arte in cucina

E il Molise , cioè io con la  Giardiniera alla molisana

Ci rileggiamo il prossimo 20 febbraio con un altro succulento tour.


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domenica 27 gennaio 2013

Pencianelli al sugo finto

No, non sono pici, ma gli somigliano moltissimo, è stato un piacere scoprire questa ricetta, direttamente dalle Marche!
State impastando il pane?
Approfittatene per fare un bel primo piatto.







Vi ispirano?
Incuriosiscono?

Per la ricetta leggere qui

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venerdì 25 gennaio 2013

Mousse di limone senza panna, senza uova, senza burro....quasi senza niente!!!

 Dopo l'esperimento con il dolcificante adatto alla cottura, che mi ha attirato qualche disapprovazione da chi è, giustamente, attento alla salute, vi propongo un dolce leggerissimo, ma stavolta sul serio.

Non contiene panna, nè burro, nè cioccolata, nè dolcificanti di sintesi, solo 3 ingredienti:
LIMONI
ZUCCHERO
GELATINA IN FOGLI
e...ACQUA!! Se vogliamo considerarla un ingrediente.

Non è il solito dolce budinoso, gelatinoso, molleggiante e rimbalzante.

No, è proprio una mousse, bianca, spumosa, in cui tuffare il cucchiaio o qualche biscottino, ma anche una composta di frutta o pezzetti di frutta, da usare come farcia per un dolce o da mangiare così com'è.

Mi ha conquistato immadiatamente dopo la prima lettura, in effetti mi sono riletta la ricetta tre volte, perchè non credevo fosse possibile ottenere questo risultato, come san Tommaso ho subito provato e...mi è riuscito!

Non aggiungo altro che un invito a provarlo, con un piccolo accorgimento nell'attrezzatura, indispensabile una planetaria o uno sbattitore in grado di reggere 25 minuti di lavoro continuo.

La ricetta l'ho scovata da Alex di Ombra nel Portico , che la riporta come ricetta dello chef Gianluca Fusto.
 Io ve la passo e ringrazio Alex per aver condiviso una tecnica così semplice che , sicuramente, mi vedrà sperimentare ancora!! :)




Mousse di limone

Con queste dosi si ottengono 6 porzioni abbondanti

  • 150 gr acqua
  • 175 gr di zucchero ( volendo si può aumentare fino a 200 gr, io non l'ho fatto)
  • 160 gr di succo di limone
  • 13 gr di gelatina in fogli ( colla di pesce)
Volendo si può aromatizzare lo zucchero con 8 gr di bucce di lime, io non l'ho fatto.

Preparare lo sciroppo con zucchero e acqua.
Portare a ebollizione e far sciogliere bene lo zucchero, unire il succo di limone filtrato e riportare a bollore.

Nel frattempo mettere i fogli di gelatina in acqua fredda, una volta che risulteranno ammorbiditi strizzarli e unirli al composto di acqua, zucchero e limone lontano dal fuoco.
Far sciogliere bene e versare in un contenitore, passandoloo attraverso un colino.

Conservare una notte in frigo

Fin qui niente di straordinario, abbiamo fatto una gelatina al limone, neanche molto dolce, ma adesso arriva il tocco di genio!!

 Il giorno successivo versare la gelatina nella planetaria  e montarla per 20'-25' fino ad avere un composto montato come se fosse panna.


Volendo si può provare a montare il composto con delle fruste elettriche, considerando che i tempi per ottenere il risultato di cui parlo sono quelli, 20-25 minuti, quindi armatevi di pazienza e provateci!!

Versare nelle coppette e conservare in frigo, prima di servire decorare con frutta, sciroppo, macedonia o biscottini.

Io l'ho servita formando delle quenelle e aggiungendo dei kumquat sciroppati!!



Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Lamponi e Tulipani




 Con questa ricetta partecipo al contest di Crema e Panna



Con questa ricetta partecipo al contest di Aboutfood : Dolci senza latte, senza uova





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mercoledì 23 gennaio 2013

Meringata d'inverno di Santin

Ricetta piuttosto articolata, richiede solo un pò di organizzazione e di procedere per step, anche molto lunghi.

Per quanto mi riguarda ho preparato prima le basi di meringhe , conservandole per molto tempo in una scatola di latta.

Ho , un altro giorno, preparato il semifreddo da inserire all'interno, conservandolo in frezeer, e solo al momento di utilizzarlo ho proceduto a montare la panna e a decorarlo....più semplice di così!
E il vantaggio è che può stare in freezer ed essere pronta in qualunque momento , semplicemente mettendo insieme le varie parti! ;)

Il sapore è divino, ma per questo Santin è una garanzia!



Meringata d'inverno
di Maurizio Santin da Cucina Italiana 12/2011

Ho dimezzato le dosi rispetto alla ricetta originale, ottenendo una torta di 20 cm di diametro...sufficiente per 6 persone.

Dose dimezzata:
  • 300 gr panna montata per la decorazione finale
  • 230 gr panna fresca
  • 200 gr zucchero semolato
  • 162 gr cioccolato fondente al 62%
  • 100 gr + 60 gr albumi
  • 100 gr zucchero a velo.
Preparate la meringa francese per le due basi: montate 100 gr di albumi con 100 gr di zucchero semolato, incorporandolo un poco alla volta, poi unite lo zucchero a velo setacciato, mescolando lentamente dal basso verso l'alto.

Raccogliete la meringa francese in una tasca da pasticciere e distribuitela su della parta forno, creando due basi della stessa dimensione dello stampo che userete per il semifreddo, per me 20 cm.
Partite dal centro e create una spirale fino a raggiungere la dimensione desiderata.

Infornate a 90°C per 4 ore, con lo sportello del forno chiuso, poi apritelo parzialmente e proseguite per altri 30'.

Le basi si conservano bene in luogo asciutto e fresco.

Preparate il semifreddo: scaldate a bagnomaria gli altri 60 gr di albumi con 100 gr di zucchero semolato fino alla temperatura di 55°-60°.
Poi iniziate a montare con le fruste elettriche lentamente fino a quando questo composto non si sarà raffreddato ( meringa svizzera).

Spezzettate il cioccolato e fondetelo a bagnomaria senza superare 50°C.

Montate la panna fresca e, poco alla volta, unitene metà al cioccolato fuso. Poi aggiungete la meringa svizzera mescolando con una spatola, molto delicatamente, infine incorporate il resto della panna fresca appena montata e versate all'interno di un anello con fondo amovibile foderato con pellicola alimentare ( 19 cm di diametro).
Mettete in freezer per almeno 3 ore. ( Volendo potete conservarlo per molti giorni prima dell'utilizzo)

Assemblare il dolce


Disporre sul piatto da portata un disco di meringa, accomodate sopra il semifreddo, sformato, ma ancora congelato; adagiate ,sopra il semifreddo, il secondo disco di meringa e ricoprite totalmente con la panna montata distribuita con una tasca da pasticciere con bocchetta seghettata (cm1,5).

Volendo completare con dei marron glacè, io non li avevo e non li ho messi.





Anche se non è una torta particolarmente impegnativa nella decorazione, la invio 



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lunedì 21 gennaio 2013

Pici alle rape rosse

Ho voluto ritentare con il Picio.

Ho scoperto che manipolare l'impasto dei pici ha su di me lo stesso effetto di una seduta di rilassamento, di yoga e di meditazione...insomma prepari il pranzo, ti rilassi e risparmi!!! ;)

Tra le dritte di Mapi sulle paste colorate e i suggerimenti di Patty sulla lavorazione era quasi impossibile sbagliare!

Mi sono ricordata di un piatto mangiato secoli fa in un ristorantino in un bosco qui in Abruzzo, che aveva abbinato ad una pasta a base di rape rosse un condimento con il tartufo.

Ho guardato in dispensa e nel frezeer e ho recuperato:
  1. un porcino surgelato
  2. ricotta di pecora fresca forte
  3. tartufi estivi in salamoia
Ho aggiunto degli champignon e questo è il risultato.



Pici alle rape rosse con crema ai funghi, ricotta forte e tartufi

Per lapreparazione dei pici ho seguito le indicazioni di Patty, modificando l'ìimpasto uin questo modo: 

  • 400 gr farina 00
  • 200 gr semola rimacinata 
  • 4 cucchiai abbondanti di olio evo
  • sale
  • 150 ml di succo di rape rosse
  • 100/150 ml di acqua
  • sale
 Per il succo di rape rosse
Utilizzare due rape rosse cotte a vapore (250 gr circa) e frullarle con 200 ml di acqua, fino ad avere un composto liquido.

Passare attraverso un setaccio o un chinois, premere bene per raccogliere tutto il succo, fino ad avere 150 ml di liquido.

Impastare tutti gli ingredienti fino ad avere un composto omogeneo, lasciar riposare avvolto in una pellicola per 30'.


Procedere nella lavorazione dei pici , metterli su canovacci cosparsi di semola o su vassoi cosparsi di semola.
Io li ho preparati la sera e lasciati all'aria per tutta la notte, il giorno dopo erano essiccati e hanno impiegato qualche minuto in più a cuocere, il gusto non ne ha risentito.







Condimento per pici ai porcini, tartufi e ricotta forte di pecora
  • Porcino fresco medio ( per me decongelato)
  • 300 gr champignon puliti
  • olio evo
  • aglio
  • una noce di burro
  • brodo vegetale
  • tartufo estivo in salamoia
  • un paio di cucchiaini di ricotta forte di pecora ( se non la trovate sostituite con un pecorino bello saporito)
Versare l'olio e 30 gr di burro in una padella, far scaldare, unire lo spicchio di aglio, i funghi e il porcino tagliati a fettine , far saltare a fuoco medio, allungare con del brodo vegetale e proseguire la cottura, aggiustare di sale se occorre.
Versare metà dei funghi in un mixer e frullare fino ad avere una crema, se occorre aggiungere qualche cucchiaio di brodo.

Versare nella padella con i rimanenti funghi, unire  due cucchiaini di ricotta forte ( regolarsi con il sale perchè è molto saporita) e far sciogliere, amalgamandola bene.

Cuocere i pici e versarli nella padella, far saltare velocemente, completare con il tartufo a lamelle.

Servire caldi.




 E anche questi pici vanno di filato all'MTChallenge






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venerdì 18 gennaio 2013

Un dolce quasi light

I miei due chili di zavorra sedimentano e non accennano a voler andare via.

Nonostante il mio impegno in palestra ( eh si! Io sono di quelle da almeno tre volte la settimana a sudare tra cyclette e addominali ), i chiletti sono sempre lì.

Mi illudo dicendo che è la massa muscolare ad essere aumentata...si, come no, è aumentata proprio quando in palestra non andavo affatto e mangiavo schifezze a più non posso.

L'avevo detto che non mi piaceva il Natale, no??

Anche questo è uno dei motivi.

Si le buone intenzioni
-Non mangerò neanche un dolcino fuori pasto!
-Neanche un torroncino, se sto morendo di fame!
...come mai tutti, o quasi hanno dovuto inventarsi ricette per riciclare pandori, panettoni e torroni e io no??

Ci sarà pure un motivo...ecco esattamente, da me i dolci non avanzano perchè...li mangio, senza neanche pormi il problema di come , a me non mi annoiano, nè mi stufano, di solito terminano sempre prima che io mi possa stufare.

Alla luce di tutto questo e del fatto che continuo a sfornare dolci per la mia colazione, ho deciso di provare ad andare su una ricetta light.

Lo so, non si fa, meglio diminuire le quantità e le cotture, piuttosto che usare un dolcificante, ma io l'ho fatto, senza stare a contare se le calorie risparmiate sono 20 o 30, e naturalmente a modo mio, comunque oramai ho confessato e quindi posso darvi la ricetta.

Sono partita da una ricetta per plumcake letta su Cookaround e poi ho modificato un pò.



Plumcake light
(per 12 stampini o un plumcake unico)
  • 180gr farina
  • 60 gr fecola
  • olio di semi 75 ml
  • 3 uova
  • 250 ml yogurt
  • 1 cucchiaino di dolcificante liquido adatto alla cottura ( oppure 140 gr di zucchero)
  • 8 gr lievito per dolci
  • buccia di limone grattugiata
  • zuccherini o streusel al cacao per recuperare le calorie risparmiate con il dolcificante ;)

Mescolare allo yogurt le uova , l'olio, il dolcificante e il limone.

Unire farina e lievito setacciati.

Versare nelle cartine riempiendo per i 2/3 e cuocere in forno statico a 180 °  per 45'.










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mercoledì 16 gennaio 2013

Molise-Toscana, sant'Antonio abate....pici e carne e puorche

Il 17 gennaio si festeggia sant'Antonio Abate, protettore degli animali.

Santo meno popolare del suo più giovane omonimo, con una storia completamente diversa, eremita il primo, francescano il secondo.

Eppure molte tradizioni regionali sono legate a questa data, per la caratteristica cerimonia religiosa in cui si benedicono gli animali, per i grandi falò che illuminano la notte invernale.

Campobasso ha la sua chiesa più antica dedicata a questo santo .
I campobassani doc sono detti "sant'antunari", la devozione a sant'Antonio si manifesta con l'accensione di un grande falò davanti alla chiesa, alimentato, un tempo, anche da tutti coloro che partecipavano, portando un ciocco di legno per renderlo più grande e luminoso. A sera, nel tornare a casa, si prendeva un pò di fuoco, non solo per scaldarsi e illuminare la strada, ma anche come atto di devozione.
Molti contadini in questa data erano soliti uccidere il maiale e, mentre " u povere cicche" stava appeso all'aria gelida della notte, si festeggiava lodando la bontà della carne, giocando a scopone, facendo "la passatella" e mangiando, tra un bicchiere e l'altro, lupini, olive e finocchi.
 ( da La Cucina Molisana vol.I)

Naturalmente a una tale devozione non poteva non essere legato anche un piatto tipico, ed è
 IL piatto distintivo della cucina campobassana: Cavatielle e carne e' puorche.

E' un piatto di pasta caratterizzaro da un impasto di farina di semola e acqua condito con un sugo a base di carne di maiale, ricco e vario.

Si crea la pasta, anche qui un "laccio" come dice Patty, che, in questo caso, non viene lasciato lungo, i molisani sono "brevi" , un pò bruschi, tanto "montanari", come il territorio in cui vivono.

Il laccio si taglia, si lavora ancora ( si "cava" con uno, due, tre dita), da qui il nome, e ne viene fuori un formato un pò grezzo, anche poco elegante, ma capace di farsi avvolgere dal condimento ricco e saporito e di trattenerlo, grazie alla sua forma, per poi restituirlo nel momento del contatto con la lingua.

Questa la tradizione campobassana a cui voglio ispirarmi per partecipare alla nuova sfida dell'MTC,
Patty ci  ha proposto un formato di pasta tipico della sua terra, la Toscana : i Pici.

Quando ho visto i pici non ho potuto evitare di pensare ai cavatelli.
Si direbbero fratelli separati alla nascita, queste due preparazioni.
Una si raffina, predilige una forma piacevole da vedere nel piatto, che richiede tempo nella preparazione, una buona manualità, l'altra và un pò più per le spicce, è più veloce, dà l'idea di donne impegnate anche nel lavoro dei campi e con poco tempo per le raffinatezze, ma ...siamo lì!

Non è la lunghezza a cambiare la sostanza e allora questa sarà la mia  sfida, i cavatelli per una volta si fanno belli e diventano Pici, raccogliendo il sugo di carne e' puorche.

Pici e carne e' puorche


 Riporto le precise e accurate parole di Patty per la preparazione di questo formato di pasta:


  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr di farina di semola rimacinata
  • 2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
  • 1 pizzico di sale
  • acqua – qb –

Nota: La quantità di acqua è variabile dal tipo di farina che userete. In genere per questa quantità di farina un bicchiere o poco meno è sufficiente, ma sta a voi osservare quanta ne incorpora il vostro impasto per essere morbido e malleabile. La proporzione dell'uso delle 2 farine è sempre 2:1, ovvero due parti di 00 ed una di semola rimacinata che conferisce struttura all'impasto. In questa maniera non avrete bisogno di uova. 

Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.

Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.

Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo.  “Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida.  
Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.
Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi.
Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno. 
Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.

 Per il ragù di maiale

  • un "cacchio" ( un capo) di salsiccia di carne
  • un "cacchio" di salsiccia di fegato
  • 400 gr di "tracchiulelle" ( costine) di maiale
  • 1/2 bicchiere di olio di oliva
  • vino rosso
  • una fetta di ventresca
  • una cipolla
  • 2 spicchi di aglio
  • un "diavolillo" ( peperoncino piccante)
  • un litro e mezzo di salsa di pomodoro


Affettate a velo la cipolla e mettetela insieme all'aglio, alla ventresca tagliata a tocchetti nella "tiella" di terracotta ( se la possedete) o in una pentola capace.
Unite le tracchiulelle, le salsicce e fatele rosolare a fuoco dolce.
Appena le cipolle sono imbiondite e i tocchetti di ventresca iniziano a fischiare, irrorate con il vino e fate cuocere la carne molto lentamente, bagnandola di tanto in tanto con un pò di vino
.
Aggiungete la salsa e "tirate" il ragù per circa due ore, girandolo con la "cucchiarella" ( cucchiaio di legno) per evitare che si attacchi sul fondo; il ragù sarà cotto quando avrà cacquistato una densità vellutata e la carne delle trachhiulelle comincerà a staccarsi dall'osso.

Lessare i pici in acqua bollente, salata, cuocere per 5 minuti , alla ripresa del bollore, non appena tornano a galla, assaggiare e scolare.

Condire con il ragù e volendo il diavolillo a pezzetti.





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lunedì 14 gennaio 2013

Cucina Regionale: un pranzo molisano e un arrivederci

Ho percorso e trascorso un breve periodo con le amiche de La Cucina Regionale, ma è stato bello, costruttivo e piacevole.
Come tutte le belle esperienze è giunta al termine e tutte noi, da ogni parte d'Italia vogliamo invitarvi ad un pranzo completo, apparecchiando davanti ai vostri occhi con piatti tipici di ogni Regione.

Ci saranno ancora occasioni, per quanto mi riguarda, di parlare del Molise, della mia regione di origine che, come tutti i diamanti grezzi, aspetta di essere scoperta per poter brillare, non perdete l'occasione!!

Queste le altre regioni che hanno preparato un pranzo per salutarvi, con un arrivederci , non con un addio!
Grazie a tutte ragazze!



CALABRIA:   diRosa ed Io 

CAMPANIA:   di Le Ricette di Tina

SICILIA: di Cucina che tiPassa

TOSCANA: di Non Solo Piccante

LOMBARDIA:   L’AngoloCottura di Babi

VENETO: Semplicemente Buono

FRIULI VENEZIA GIULIA:  di Nuvole di Farina

PIEMONTE:   La Casa di  Artù

EMILIA ROMAGNA: ZibaldoneCulinario

TRENTINO ALTO ADIGE:   AFiamma Dolce

PUGLIA: Breakfast da Donaflor

LAZIO:   Chez Entity

LIGURIA:   Un’arbanella di Basilico

UMBRIA:    2 Amiche in Cucina  

MARCHE: La Creatività e i suoiColori

ABRUZZO:    In Cucina da Eva

VALLE D’AOSTA: L’AppetitoVien Mangiando

SARDEGNA: Vickyart  Artein Cucina

BASILICATA: Pasticciando conMagica Nanà 


E Il MOLISE !!


Questo il mio modesto menù, avrei voluto parlare e imbandire le 13 portate del pranzo di San Giuseppe che si prepara a Riccia, ma non ce l'ho fatta, non mancheranno occasioni per parlarne ancora.

Come antipasto vi offro i  Casciatelli


Per primo un  Brodo all'agnonese 


Come secondo primo un assaggio di Cavatielle e carn' e puorc
e le costine da spolpare per un secondo da mangiare con le mani!! ;)

e


Un altro secondo con la Zuppa di fagioli con spezzatino


Come contorno un pò di verdura invernale con la Mestecanza


 E per finire in bellezza un tris di dolci e un liquore per accompagnare:
Ostie di Agnone


Milk Pan


Mostaccioli 


E un goccio di liquore Milk, che , nelle case dei campobassani, non manca mai.




Solo un piccolo assaggio, per provare tutte le eccellenze presenti in Molise vi consiglio vivamente di farci una capatina per assaggiare gli ottimi caciocavalli, gli insaccati, i piatti tipici e i dolci tradizionali.

Saluto affettuosamente tutte le mie compagne di viaggio, sperando di ritrovarci ancora insieme per nuove avventure!! ;)

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