mercoledì 27 maggio 2015

Panna cotta al timo e caffè con salsa alle fragole , riduzione all'aceto balsamico e mentuccia

Ho una ricetta supercollaudata per la panna cotta, viene bene, piace, è apprezzata, però quando trovo una versione diversa non posso fare a meno di farmi  prudere le mani per la smania di provarla.


Questa è una ricetta di Sergio Mei, pubblicata su La grande pasticceria d'autore del Sole 24 ORE.
Come sempre utilizzo questo spazio come mia raccolta personale , ma nulla vieta di provare a farla, anche perchè per me la consistenza e l'abbinameno di sapori è stato molto piacevole.





Panna cotta al timo e caffè con salsa alle fragole , riduzione all'aceto balsamico e mentuccia
per 4 porzioni da 100 ml circa

per la panna cotta
  • 400 ml panna fresca
  • 40 g zucchero
  • 7 g gelatina in fogli
  • 10 chicchi di caffè
  • 1 rametto di timo fresco
per la passata di fragole
  • 100 g fragole fresche ( per me Candonga della Basilicata)
  • 30 g zucchero a velo
per la riduzione all'aceto balsamico
  • 300  ml aceto balsamico
  • 25 g zucchero
  • 25 g miele di corbezzolo
per decorare
  • 8 fragole fresche 
  • 4 g menta fresca
Preparare la panna cotta

In una casseruola riunire la panna con lo zucchero, i chicchi di caffè e il rametto di timo.
Portare ad ebollizione, mescolando per far sciogliere lo zucchero.
Togliere dal fuoco e lasciar riposare 20 minuti.

Filtrere il composto per eliminare i chicchi di caffè e il timo, aggiungere la gelatina precedentemente ammorbidita in acqua fredda e strizzata, mescolare delicatamente e farla sciogliere.
Versare il composto in stampini monoporzione ( i miei in alluminio precedentemente bagnati con acqua fredda) e porre in frigorifero .

Preparare la riduzione all'aceto balsamico 

In una casseruolaversare l'aceto, unire lo zucchero e il miele e portare a bollore.
Cuocere fino a che la salsa sia ridotta della metà, allontanare da fuoco e tenere da parte ( io ho messo il tutto in una bottiglietta).

Passata alle fragole

Frullare le fragole, precedentemente lavate e private del picciolo , passare al passaverdure a maglia stretta, unire lo zucchero a velo e mescolare fino ad avere una salsa liscia.

Montaggio

Sformare la panna cotta su un piatto da portata.
Guarnire con le fragole tagliate a fettine e disposte a ventaglio.
Coprire la panna cotta con la salsa alle fragole e aggiugnere a filo la riduzione di aceto balsamico.

Terminare con le foglioline di menta tagliate a julienne.


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venerdì 22 maggio 2015

Pane alla farina multicereali con lievito naturale

Poche certezze sono rimaste della mia vita da blogger, travolta dalla vita reale ( per fortuna!).
Una di queste è il panificare per la mia famiglia.

Mia madre non preparava il pane in casa e neanche mia nonna.
Probabilmente sono cresciuta con troppe letture romantiche e con troppe puntate viste alla tv della famiglia Ingalls, quella de La casa nella prateria, fatto sta che a me sembra il massimo vedere i miei figli mordere fette di pane preparato da me.

E quando poi la figliola dice che perfino quando non è più fresco il pane che faccio è buonissimo, beh! Non posso chiedere di più.

Questa è una di quelle ricette improvvisate, quasi ad occhio, recuperando le farine che avevo in casa e cercando di non tirare fuori un mattoncino.
A questo giro direi che mi è andata bene, considerando che ho lavorato tutto a mano ;)




 Pane alla farina multicereali con lievito naturale
  • 400 g farina 0 (w 350)
  • 250 g farina per pane nero ( quella con i cereali della Conad)
  • 120 g lievito madre rinfrescato
  • 350 g acqua+ poca acqua per sciogliere il lievito
  • sale
Mescolare le farine con le mani per ossigenarle, unire l'acqua prevista e mescolare grossolanamente con una forchetta.
Lasciare in autolisi per almeno un'ora , ma anche di più senza superare le 5 ore.
Contemporaneamente sciogliere il lievito in poca acqua, trascorso il tempo dell'autolisi aggiungere il lievito sciolto, nelle farine, se occorre unire un altro pò di acqua (a me non è stato necessario), unire il sale.
Lavorare energicamente con le mani in ciotola e passare a lavorare sulla tavola di legno, cercando di far prendere l'incordatura.

Efficace a questo punto la tecnica dello S & F, Stretch and fold , che consiste nello sbattere energicamente, tirare e piegare l'impasto sulla tavola di legno , proseguendo fino a quando l'impasto non risulterà più appiccicoso.
Trovo questo tipo di lavorazione un ottima tecnica antistress, un pò come prendere a pugni un sacco, con il vantaggio di ritrovarsi un impasto perfettamente incordato ;)
Formare una palla e coprire a campana.
Ogni 40 minuti dare una serie di pieghe a 3: io ne ho date circa 4-5.
Dopo l'ultima piega porre un canovaccio cosparso di semola in una ciotola adagiarvi l'impasto con le pieghe in alto, coprire con altra semola e chiudere con il canovaccio.
Coprire con della pellicola, lasciare circa due ore a temperatura ambiente e poi passare nella zona meno fredda del frigo, quella sopra lo scomparto delle verdure.
Lasciare tutta la notte in frigo. Dovrebbe continuare a lievitare nonostante il riposo in frigo.
Al mattino far ambientare , preriscaldare il forno al massimo.
Rovesciare su pietra refrattaria calda, accompagnando la caduta con una mano e cuocere con un pò di acqua in un pentolino sul fondo del forno per 20 minuti a 220°C; altri 20' a 200°C, gli ultimi 20' a 180°C.
Controllare la cottura battendo sul fondo, dovrà dare un suono secco.



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mercoledì 20 maggio 2015

Pavlova anche io

Finalmente dopo tanti tentativi, tante domande esistenziali su consistenza, cottura, sapore, abbinamenti, FINALMENTE sono riuscita ad ottenere quella che , secondo il mio modestissimo avviso, assomiglia di più ad una VERA  pavlova.
Merito di Instagram e delle foto condivise dalle amiche blogger, merito di una ricetta letta e provata immediatamente, fatto sta che sono stata così soddisfatta del risultato che da oggi in poi questa sarà la ricetta che userò per stupire e addolcire tutti.
Grazie a Ackyart e alla sua ricetta.
Io vi lascio la mia versione, adattata agli albumi che avevo in frigo al momento del raptus creativo! ;)
Con queste dosi non vi sentirete neanche troppo in colpa! 




Pavlova
 per una pavlova di circa 16/18 cm di diametro


  • 65 g albumi ( da 2 uova medie, conservati in frigo per un giorno)
  • 80/90 g zucchero ( possibilmente extrafine per evitare che restino granelli nel composto)
  • 1cucchiaino aceto
  • 1cucchiaino maizena
       Panna montata  e fragole fresche per farcire.

 Montare gli albumi a neve ferma poi unire lo zucchero un cucchiaio alla volta, alla fine aggiungere l' aceto e la maizena setacciata.
Versa con un cucchiaio su della cartaforno creando un cerchio con i bordi più alti.
Preriscalda il forno a 180°C,  abbassa a 130°C quando inforni.
Cuoci per  un'ora e 15 minuti.
Spegni e lascia in forno aperto a fessura fino a raffreddamento.


Il giorno successivo stacca delicatamente dalla cartaforno.
Riempie la pavlova con della panna montata e aggiungi delle fragole fresche tagliate a pezzetti.






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sabato 16 maggio 2015

La limoncella del Molise per L'Italia nel Piatto

Nuovo appuntamento con noi de L’Italia nel Piatto, oggi vi racconteremo di frutta e verdura tipica o IGP o DOP delle nostre regioni.

Qui le regioni partecipanti:


Nel Molise non sono riuscita a trovare frutta o verdura che abbia già ottenuto tali denominazioni, pur riconoscendo che esistono aziende che lavorano cercando di salvaguardare prodotti tipici della zona.
Ho pensato di raccontare di un frutto che ha accompagnato la mia infanzia e che ancora oggi, quando riesco a reperirlo, ha la capacità di commuovermi: la mela Limoncella che è il simbolo del Molise.



Immagine presa da qui



Deriva da un’antica varietà di melo coltivata nelle aree interne a confine con la Campania, ma con un areale di distribuzione che coinvolgeva le zone limitrofe di Abruzzo, Campania e Puglia.

E’ la tipica mela da conservare per la sua straordinaria serbevolezza, conosciuta
e apprezzata(sapore, aspetti salutistici) solo a livello di mercati locali, particolarmente nella provincia di Campobasso. Un tempo, se non bastava il magazzino, la si conservava anche in bella vista per adornare e profumare la cucina e le stanze di soggiorno.
Le quantità prodotte oggi sono veramente modeste; da diversi anni questo
frutto è oggetto di mirate attività di ricerca (Università Politecnica
delle Marche, Ancona) al fine della sua valorizzazione per scopi produttivi
e commerciali.
I caratteri pomologici che la distinguono sono il peduncolo corto, la forma cilindrico-arrotondata,leggermente appuntita o cilindroconica oblunga, a volte leggermente
costoluta; il peso è di g 100-120; il colore della buccia è giallo dorata,
marmorizzata nella parte soleggiata, ruvida, cosparsa di lenticelle piccole rugginose di forma angolare.
 La polpa bianco crema è di consistenza soda, asciutta, fine, dal sapore zuccherino-acidulo, sapida, profumata e aromatica.
 Di grande interesse per l’agricoltura a basso impatto ambientale e per l’agricoltura tipica locale sono le sue peculiari caratteristiche come la fioritura tardiva, la resistenza al freddo, l’epoca di maturazione (ottobre/novembre) e, soprattutto, la naturale conservabilità (si conserva,senza avvizzire, fino a gennaio/ febbraio).
 Interessante è inoltre la tecnica colturale che richiede semplici e modesti apporti di concimazioni,di potature e di trattamenti.
 La mela limoncella è adatta per frutteti amatoriali, nei parchi, negli agriturismi e contribuisce, sicuramente, alla diversificazione del panorama varietale.

fonte ISPRA, Quaderni - Natura e Biodiversità n. 1/2010


Immagine presa da qui


Trascrivo con piacere una "ricetta" molisana che vede l'utilizzo di questa varietà di mele, utilizzate, in passato, anche per rendere un pò più "consistenti" le calze della Befana, insieme ad un mandarino, un pugno di fichi secchi e quattro torroncini.

Limongelle al forno 
  • 800 g mele limoncelle
  • zucchero q.b.
 Lavate le mele, asciugatele e, dopo averledisposte in un ruoto, fatele cuocere in forno caldo ( a 180°C).
Quando saranno ben cotte e la loro buccia sarà raggrinzita, spolverizzatele di zucchero e, dopo averle lasciate ancora qualche minuto in forno, disponetele su un vassoio e mangiatele calde calde.
  

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venerdì 15 maggio 2015

Spaghetti con gamberi, bresaola e rucola, al pomodoro e Pennette rigate con sugo al pomodoro , feta , origano e mentuccia fresca per l'MTCn°48

Non sono un'appassionata di pastasciutta.
Mangio la pasta, mediamente, non più di una volta a settimana.
La domanda che mi rivolgono sempre le persone a cui lo confesso è : Ma cosa mangi?

Chiariamoci, io non sarò una fan della pasta, ma esistono altri milioni di alimenti che nutrono, saziano, sono buoni e permettono di vivere e sopravvivere anche senza la pasta!

Fatta questa premessa passo a dire che questa sfida, proposta da Paola , la vincitrice dello scorso MTC, targata MTC n°48 mi ha leggermente mandato in crisi, per prima cosa per l'essenza stessa del piatto da preparare ( la pasta!) e poi per il condimento da abbinare: sugo di pomodoro fresco, PUNTO, semplicemente questo.
Paola ha saputo spiegarcelo in maniera esauriente, riuscendo a rendere un piatto di pasta al pomodoro un'opera d'arte, da eseguire con tutti i crismi e i sentimenti.


Stavolta la mente ha faticato più del solito a concentrarsi e a tirare fuori qualcosa.
Poi mi sono ricordata di uno dei miei primi cavalli di battaglia ( si fa per dire) nei pranzi ufficiali con i suoceri, ben sapendo che troppa originalità non sarebbe stata compresa, e il confronto con la madre del consorte non sarebbe mai stato superato.
Questa è la prima ricetta che mia suocera mi ha chiesto di passarle ! ;D


Altro discorso per il secondo condimento: ho preso ispirazione da una piantina di mentuccia che , ripetutamente, è apparsa su questo blog, come sfondo alle ricette, anche in altre sfide dell'MTC, e che mi è stata donata dalla cara Sabina .
 Lei mi aveva raccomandato di utilizzarla per la vera ricetta dei carciofi alla giudia, io ho promesso di farlo , ma poi...il tempo è trascorso, la piantina è cresciuta, sono riuscita anche a non ammazzarla prima del tempo ( ricordandomi di darle un pò di acqua ogni tanto, ma solo perchè la tengo vicina al lavandino della cucina) e i carciofi non li ho praticamente più comprati.
In compenso ogni mattina strofino una fogliolina e mi annuso le dita ( su su, non fate quelle facce, ognuno si annusa quello che vuole, no?) e da questo è partita l'ispirazione, poi, visto che la mentuccia con la feta è la morte sua, il passaggio è stato facile ed ecco qui il piatto, che la figliola vegetariana ( e per giunta a dieta) mi ha promosso con un : è più buona anche di quella che mi faceva papà!

(Per curiosità : la pasta tanto decantata risale a quando la figliola aveva circa 6/7 anni ed era una semplice pasta all'olio e parmigiano ... e sono soddisfazioni anche queste!)



Spaghetti gamberi, bresaola, rucola e pomodori



Per 4 persone


  • 320 g spaghetti
  • 1 kg pomodori ciliegini
  • 12 gamberi
  • 100 g bresaola in una sola fetta
  • 200 g rucola
  • olio extravergine di oliva
  • aglio
  • peperoncino ( facoltativo)
  • sale
In una larga padella far soffriggere olio, agio e peperoncino ( se lo usate), aggiungere la bresaola tagliata a dadini,farla rosolare qualche minuto.
Unire 8 gamberi sgusciati e privati della testa .

Dopo pochi minuti unire i  pomodorini, lavati e tagliati a metà , cuocere per una decina di minuti , poi aggiungere i gtamberi interi ed eventualmente dell'acqua di cottura, salare e coprire con un coperchio.
Controllare la cottura, cercando di schiacciare leggermente i pomodorini con il cucchiaio di legno.
Dopo circa 20 minuti il condimento sarà pronto.Lavate e tritate finemente la rucola e tenetela da parte.

Nel frattempo portare a bollore una pentola con dell'acqua, salare, versare gli spaghetti e cuocerli al dente per il tempo riportato sulla confezione.
Scolare e passare direttamente nella padella del condimento, versare la rucola e mescolare, lasciando cuocere per un paio di minuti, su fuoco vivace, badando a non far restringere troppo il fondo..
Servire .






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Pennette rigate con sugo al pomodoro fresco, feta, origano e mentuccia





Per 4 persone
  • 320 g pennette corte rigate
  • 1 kg pomodori ciliegini
  • 200 g feta
  • origano secco
  • mentuccia romana fresca
  • olio extravergine di oliva
  • sale
Porre sul fuoco la pentola con l'acqua e portare a bollore, nel frattempo versare in una larga padella un filo di olio, scaldarlo e aggiungere i pomodorini lavati e tagliati a metà.
Cuocere su fuoco vivace, aggiustare di sale e unire un abbondante pizzico di origano secco, coprire e proseguire la cottura per circa trenta minuti.
Se occorre unire un pò di acqua di cottura della pasta.

Quando l'acqua raggiunge il bollore, salarla e verare la pasta.
Cuocere per il tempo previsto per ottenere una pasta al dente, scolare e versare nella padella con il condimento, sbriciolare la feta, unire la mentuccia spezzettata e mescolare, su fiamma vivace, unendo un pò di acqua di cottura della pasta per permettere alla feta di sciogliersi e amalgamarsi al pomodoro e alla pasta.

Mescolare bene e servire.




Con queste ricette partecipo all'MTC n°48


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venerdì 8 maggio 2015

Brioche per la colazione con composta di fragole pensando a due amiche virtuali

  Si creano degli strani legami nella vita virtuale.
Dopo quattro anni ancora non mi abituo e, forse , non lo farò mai.
Semplici ricette che riescono a mettere in contatto persone lontane, diverse e sconosciute.
Oggi ho scelto di preparare, anzi di postare un lievitato per partecipare e festeggiare con Alice i suoi 4 anni di blog.
Probabilmente il suo blog e il mio sono nati insieme e subito le nostre strade si sono incrociate.
Dopo tutto questo tempo ( e nonostante la mia latitanza), posso dire che Alice è una di quelle piacevoli e discrete presenze che continuo ad apprezzare anche se oramai tutto si è spostato su facebook .
Sono secoli che non partecipo più ai contest, non per snobismo, ma proprio perchè non riesco a fare quasi più nulla quassù ,se non parlare di cucina molisana per L'Italia nel Piatto e giocare all'MTC.
Per te, cara Alice, però ho voluto fare un piccolo sacrificio ( non ti crucciare, un sacrificio piacevolissimo!) e realizzare un lievitato da colazione accompagnandolo però con una composta di fragole che mi lega in modo particolare ad un'altra amica virtuale, mai conosciuta personalmente, ma che stimavo moltissimo : Milena di Una finestra di fronte.
Ho già detto che è tutto molto strano nel mondo virtuale, anche i sentimenti, da un lato sono un pò ovattati, ma dall'altro sanno colpirti come pugni allo stomaco.
Così è stato quando Milena ci ha lasciato, non so come, non so nulla, ma a distanza di quasi un anno dalla sua scomparsa , mi sono ritrovata a pensare a lei guardando delle fragole e pensando di farne della confettura e allora sono tornata sul suo blog   per trovare esattamente la ricetta che volevo.
Ho preparato la confettura e poi le brioche ben sapendo che sarebbe stata un'accoppiata perfetta.
E un grazie a questo mondo virtuale.
Confettura di fragole 
(Metodo Ferber da una ricetta di Milena Una finestra di fronte
  • 1 kg fragole lavate e pulite
  • 500 g zucchero
  • succo di un limone piccolo
Tagliare a pezzetti le fragole, adagiarle in una ciotola di ceramica, aggiungere lo zucchero, il succo di limone e coprire con un foglio di cartaforno a contatto.
Lasciare in frigorifero per una notte.
Il giorno successivo versare tutto il contenuto della ciotola in una pentola dal fondo spesso, portare a bollore, spegnere , far raffreddare e conservare nuovamente in frigorifero in una ciorola di ceramica con cartaforno a contatto.

Il giorno seguente separare le fragole dallo sciroppo, versare quest'ultimo in una pentola, portare a 105°C e aggiungere le fragole tenute da parte, riportare al bollore e proseguire la cottura per 8-10 minuti.

Fare la prova su un piattino, invasare e conservare.

Se aumentate le quantità di fragole aumentate anche il tempo di cottura: per un chilo di fragole all'ultimo passaggio fare bollire per 16/20 minuti, per un chilo e mezzo di fragole prolungare di altri 8 / 10 minuti ( in totale 24/30 minuti ).
Vale sempre la prova del piattino : su un piattino tenuto in freezer fare cadere un paio di gocce di marmellata, dovrà scivolare lentamente.
 
Brioche
( ricetta trovata su un pdf di MonPetitBistrot, ma molto simile alla tarte tropetiènne letta in giro,nutrendo dei dubbi sulla paternità, fate le ricerche che volete)

Per 15 pezzi circa ( dipende dalla grandezza)
  • 500 g farina 0
  • 3 uova intere medie
  • 130 ml latte
  • 90 g zucchero
  • 15 g lievito di birra fresco
  • 90 g burro a temperatura ambiente
Preparare un lievitino sciogliendo il lievito nel latte a 36°C, unire 150 g della farina prevista.
Mescolare grossolanamente con una forchetta e porre a lievitare in ambiente caldo fino a che non sarà raddoppiato ( circa un'ora).

Versare l'impasto nella planetaria e incorporare un cucchiaio di farina e un uovo, facendo assorbire bene.
Poi unire metà dello zucchero previsto, altra farina e un altro uovo.
Far sempre inglobare bene, in ultimo versare la farina rimanente, lo zucchero e l'ultimo uovo, far assorbire e inserire il sale e il burro a pezzettini e facendolo assorbire bene prima di aggiungerne altro.
L'impasto dovrà staccarsi bene dalla ciotola e risultare molto elastico.
Arrotondare e porre in una ciotola , coperta con pellicola, lasciandolo a temperatura ambiente per 30 minuti.
Poi riporre in frigo a 6/7° e...dimenticatevelo per una notte.
Il giorno successivo riportare a temperatura per circa un'ora.

Staccare delle palline di impasto, arrotondarle e porre  su cartaforno e far lievitare fino al raddoppio ( dipenderà dalla temperatura, circa un'ora).

Preriscaldare il forno a 180°C e cuocere per 15'-20'.




Con questa ricetta partecipo al contest di Alice La cucina di Esme sui lievitati


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sabato 2 maggio 2015

Le facenne, pizze fritte salate con lievito madre molisane per L'Italia nel Piatto

Stavolta la voglia irrefrenabile di andare a fare una gita fuori porta ha preso anche noi de L'Italia nel Piatto.
Abbiamo pensato di invitare tutti ad un picnic virtuale che toccherà quasi tutte le regioni della nostra della penisola, solleticandovi con piatti tradizionali pensati apposta per rendere più appetitose le nostre gite.

Seguiteci nel nostro itinerario, qui trovate le regioni partecipanti:


Trentino-Alto Adige: La Pinza di Donna Simona http://www.afiammadolce.ifood.it/2015/05/la-pinza-di-donna-simona.html
  
Friuli-Venezia Giulia: NON PARTECIPA

Veneto: Cuor di mela  http://ely-tenerezze.blogspot.com/2015/04/cuor-di-mela.html

Lombardia: Frittata con le cipolle (Fritada cun le sigule)
http://www.kucinadikiara.it/2015/05/frittata-con-le-cipolle-fritada-cun-le.html

Liguria: perline ripiene e polpettone di fagiolini http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2015/05/litalia-nel-piatto-le-ricette-per-il.html
   
Emilia Romagna: Bruciatini bolognesi e misticanza http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2015/05/bruciatini-bolognesi-e-misticanza-per.html

Toscana: Pan del pescatore
http://acquacottaf.blogspot.com/2015/05/pan-del-pescatore.html 

Marche: non partecipa

Umbria: Insalata di farro http://www.dueamicheincucina.ifood.it/2015/05/insalata-di-farro.html


Molise: Le Facenne http://lacucinadimamma-loredana.blogspot.com/2015/05/le-facenne-pizze-fritte-salate-con.html

Lazio: Cheesecake fave e pecorino http://beufalamode.blogspot.com/2015/05/cheese-cake-fave-e-pecorino-per-litalia.html

Campania: Frittata di spaghetti alla napoletana
http://www.isaporidelmediterraneo.it/2015/05/frittata-di-spaghetti-alla-napoletana.html

Basilicata: Calzoni ripieni di carne: i Pastizzi http://blog.alice.tv/profumodicannella/2015/04/28/calzoni-con-la-carne-falagoni-di-rotondella-i-pastizzi/

Puglia: La focaccia alla baresehttp://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2015/05/cucina-pugliese-la-focaccia-alla-barese.html

Calabria:Pitta ripiena con tonno e cipolle rosse di Tropea
http://ilmondodirina.blogspot.com/2015/05/pitta-ripiena-con-tonno-e-cipolle-di.html



Per il Molise  vi propongo delle frittelle tipiche della mietitura: le facenne.

Le facenne sono delle piccole pizze di pasta lievitata, fritte.
Venivano distribuite ai mietitori dopo la pennichella della "controra"; erano sempre accompagnate dalla " vevetella pomeridiana" e precedevano l'insalata che spegneva l'arsura e puliva la bocca.
A Montefalcone a quell'ora si cantava:
mo ve' ventun'ore a la Palata
e lu patrone 'nze vede che la 'nzalata..."
Oggi le facenne sono tradizionali delle scampagnate.





Le facenne

per 10 pezzi circa
  • 3 uova
  • 30 ml olio extravergine di oliva
  • 50 ml latte
  • 400 g farina 00
  • 50 g patate lessate schiacciate
  • 100 g lievito naturale 
  • sale q.b.
  • olio per friggere
In una terrina battete le uova fino a renderle spumose, unite l'olio, il latte e la farina, fatta cadere a pioggia ( teoricamente quanta ne assorbe il composto, io l'ho pesata ;)  ).
Aggiungete le patate schiacciate, il lievito naturale a pezzetti e il sale.
Lavorate nella ciotola della planetaria con il gancio fino a quando l'impasto non risulterà liscio ed omogeneo.


Rovesciatelo su un piano leggermente infarinato, date una forma rotonda e ponetelo in una ciotola, coperto con della pellicola, a lievitare fino al raddoppio ( circa 4/5 ore).


Trascorso il tempo necessario scaldate dell'olio in una padella.
Staccate dei pezzi di impasto , appiattiteli e allungateli leggermente e cuocete fino a doratura.



Buoni sia caldi che freddi, anche farciti possibilmente da salumi e formaggi molisani ;)




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