domenica 8 marzo 2015

Macarons con crema al limone e un pensiero a tutte le donne



Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, quando dice a se stessa: "E' finita". No! Finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite devastanti che ti procura la morte o la malattia. Parlo di te, che vivi quei periodi bui che non finiscono mai, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame, peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all'altezza o ti condannerai. E così è ogni giorno, un noviziato che non finisce mai, e sei tu che lo fai durare.
E che dire di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si insinui nella tua vita. Peggio, se ci rimani presa in mezzo, da soffrirci come un cane.
Sei stanca. C'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: Io sto bene così, sto benissimo, sto meglio così, e il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure tu, che con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima, sprecando tanto tempo, e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro con lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto (Dio! quanto piangete, avete una sorgente d'acqua nello stomaco). Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente, da non poterti trattenere.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance.
E poi hai scavato, hai parlato (quanto parlate, ragazze). Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza? Cosa c'è di tanto sbagliato in me?
Se lo sono chiesto tutte. E allora vai!!! Giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.
Ecco! E' qui che inizia tutto, è qui che ricomincerai: da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te, perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa.
Ti attrarrà lentamente, innamorarti di nuovo di te stessa, o farlo per la prima volta, e sarà come un diesel, che parte piano: bisogna insistere, ma quando ha preso a girare ...
E un'avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli.
Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo: "Sono nuova", con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire: "Attenti il cantiere è aperto, stiamo lavorando per voi, ma soprattutto per noi stesse."
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per sé stessa. E la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.
Quante di voi almeno una volta nella vita, si sono sentite così? Nuove e rinate con una gonna a fiori o un nuovo taglio di capelli? Forse è bello anche farsi del male per poi rinascere più forti di prima.


Diego Cugia, Zomberos, Mondadori, 2006. (p. 165)





Macarons al limone con lemon curd
Metodo Felder
Attrezzatura necessaria:
planetaria o sbattitore
mixer
termometro da cucina
sac à poche
teglie da forno

Tempo di preparazione: 1 ora
Riposo: 1 ora
Cottura 13 minuti

Dose per 30-35 macarons accoppiati

  •   170 g farina di mandorle setacciata, finissima
  •   200 gr zucchero a velo
  •    75 g + 75 g di albumi vecchi di un giorno, a temperatura ambiente
  •    50 ml acqua 
  •    185 g zucchero semolato
  •     Buccia grattugiata di mezzo limone biologico
  •     Colorante giallo limone in polvere q.b.

Setaccia la farina di mandorle, sino ad ottenere una polvere finissima, nel caso passala al mixer qualche secondo.
Unisci lo zucchero a velo setacciato, il colorante, mescola insieme e aggiungi, poco alla volta, 75 g di albume.
Lavora il composto in modo da ottenere una massa ben amalgamata, con una spatola.
Tieni da parte.
In un pentolino vera l’acqua e lo zucchero semolato, porta a bollore sino ad ottenere uno sciroppo, controlla la temperatura con un termometro da cucina, deve raggiungere i 108°C -109°C.
Mentre lo sciroppo bolle inizia a montare a neve i 75 g di albumi rimasti, quando lo sciroppo sarà pronto ( occorreranno una decina di minuti circa), versalo a filo sugli albumi, abbassando la velocità delle fruste e facendolo scivolare lungo i bordi della ciotola. Una volta versato tutto, aumentare la velocità e continuare a far montare fino a quando il composto non risulterà tiepido.
Non appena pronta la meringa unisci un cucchiaio al composto di albume, farina di mandorle e zucchero a velo, dopo di che versa tutta la meringa e mescola, cercando di smontare la meringa con un movimento circolare.
Dovrai ottenere una consistenza né troppo densa, né troppo liquida, versandola con un cucchiaio dovrà “ scrivere”.
Rivesti due teglie con della carta forno.
Versa il composto in una sac à poche con il beccuccio tondo, o anche senza beccuccio se sono quelle monouso da tagliare alla punta, in questo caso taglia alla larghezza di un centimetro.
Distribuisci il composto in mucchietti di 3-4 cm.
Batti leggermente il fondo della teglia per eliminare il ricciolo che potrebbe essere rimasto sul macaron, nel caso aiutati con un dito bagnato leggermente di acqua per abbassare il picco di composto.
Lascia asciugare all’aria per un’ora, questo riposo che può anche prolungarsi per due ore, permetterà alla superficie esterna di seccare leggermente, favorendo in cottura lo sviluppo e la formazione del caratteristico “collarino” alla base del macaron.
Cuoci in forno preriscaldato, ventilato a 160°C per circa 13 minuti.
Sforna, fai scivolare la cartaforno su un piano di marmo o , comunque , su un piano freddo e attendi prima di staccarli delicatamente.
Conservali in una scatola di latta fino al momento di farcirli.

Lemon curd
È possibile preparare questa crema in anticipo e utilizzarla al momento opportuno.Si può conservare in frigorifero per più di due settimane.

Attrezzatura necessaria:
 tegame per cottura a bagnomaria ( due pentole impilabili)
frusta.
Tempo di preparazione 1 ora

Dose per circa 200 g di crema

  • ·        75 g tuorli  ( circa 4)
  • ·        120 g zucchero semolato
  • ·        50 g succo di limone
  • ·        10 g burro
In un tegame adatto al bagnomaria versa i tuorli, lo zucchero e il succo di limone, mescola con una frusta a mano ( non deve essere montato) e cuoci su un bagnomaria basso, facendo attenzione che il fondo del recipiente non venga mai a contatto con l’acqua.
Mescola spesso fino a quando il composto non velerà il cucchiaio.
Lontano dal fuoco unisci il burro e fallo assorbire tutto mescolando bene.
Versa in un barattolo di vetro sterilizzato , chiudi e fai raffreddare.

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Prendi i macarons , spalma la superficie piatta con la lemon curd e accoppiali.
Puoi congelare i macarons avvolti in pellicola , sia farciti che vuoti, sarà sufficiente farli scongelare in frigorifero e saranno pronti per essere gustati.

(Ricetta apparsa su A Tavola di marzo 2014) 





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6 commenti

  1. brava!!! per averci fatto leggere queste parole... io da ragazza portavo un gonnellone a fiori con i zoccoli all'olandese, allora non erano sabot, ed ero felice!!!!! nel tempo mi sono ricostruita tante volte, anche in questo momento ho bisogno di un piccolo restyling... comincio dai capelli
    Un abbraccio Laura

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    1. NOi donne sappiamo rigenerarci e rinascere ogni volta che occorre, anche con un taglio di capelli.
      Un abbraccio

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  2. bel pensiero, deliziosi macarons. buon otto marzo

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    1. Buon otto marzo anche a te, ogni giorno dell'anno.

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  3. Non sono una fan dei macaron, ma questi accoppiati con il lemon curd mi sembrano semplicemente perfetti... e non solo per la festa della donna!

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  4. Non hai idea di quanto questo post sia azzeccato per me oggi, e mi piace pensare che non sia stato casuale leggerlo, forse nei legami autentici c'è una comunicazione che va oltre il tempo e lo spazio... grazie Lory per queste splendide parole che hai scritto, le rubo insieme ad un tuo macaron per addolcirmi la giornata! TVB <3 Any

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