Il tempo della vendemmia ha ispirato noi, de L'Italia nel piatto, ad utilizzare l'uva e i suoi derivati in questa nuova carrellata di ricette regionali, ma soprattutto tutti i vapori e gli effluvi ci hanno dato un pò alla testa facendoci trovare il coraggio ( e il tempo, per chi ci si è dedicato) di aprire un blog specifico de L'Italia nel Piatto.
Abbiamo sempre creduto in questo progetto, riunire l'Italia attraverso le sue ricette ci è sembrato un modo bello per approcciarsi alle tradizioni e alla ricchezza che il nostro territorio offre in fatto di ingredienti, di eccellenze e di cultura culinaria.
Grazie all'impegno di alcuni membri ( grazie, grazie, grazie) finalmente tutto il capitale di tradizioni verrà valorizzato.
Allora cosa aspettate ad andare sul blog de L'Italia nel piatto? Vi aspettiamo, tutti, ma prima fate un giretto e lasciatevi inebriare dal profumo del mosto, dell'uva e da un bel bicchiere di vino.
La mia proposta affonda le radici nella cucina povera del Molise, nelle sere autunnali.
Subito dopo la vendemmia, in molti paesi del Molise si preparava la pasta "vinnisca" e si invitavano parenti ed amici per mangiarla insieme.
Proprio ieri sera descrivevo, al telefono , alla mia mamma questa ricetta e lei mi ricordava della nostra vicina di casa che ogni anno, nel periodo della vendemmia, ci portava un piattino di questo dolce e un pò di uva appena colta.
Raccontare di queste ricette, antiche e anche un pò distanti dai nostri gusti "moderni" è come rispolverare vecchi abiti e merletti realizzati dalle mani delle nonne fanciulle, un patrimonio da difendere e da condividere.
In alcuni paesi si utilizza la farina di granone, invece che la farina bianca.
A Campobasso viene chiamata "farnata", ovvero farinata.
Riporto con piacere una poesia di una poetessa molisana che racconta e coglie lo spirito della vendemmia.
La vellegna
A la vellegna, siente, è n'auta cosa!
Tu cumme arrive sorre a le sarmiente
t'abbuotte d'uva a quatte palemiente:
refà lu capetale-prima cosa!-
po te ne turne che la mappetella:
tutte le mostre d'uva: ghianca, nera,
pe spresce, pe sputà, pe la fruttera
...pure nu raspe 'e chella muscatella
e...- chella Teresina...nz'è scurdata!-
n'aute de chella roscia, fraulata.
Cuscì, se tiè gulije re farnata,
la spreisce, cuoce 'u muste assieme a quatte
jummelle de farina: gire, sbatte...
e la pulenta che lu vine è fatte!
Nina Guerrizio
La vendemmia
Quando si vendemmia, ascolta, è tutta un'altra cosa!
Come arrivi nei pressi dei tralci
ti rimpinzi di uva a quattro palmenti:
rifai il capitale, per prima cosa!
poi te ne ritorni con il fazzoletto:
tutti i tipi di uva: bianca, nera,
da spremitura, per sputare , per la fruttiera
...anche un raspo di quella moscatella
e.. .-quella Teresina ...non se ne è dimenticata!-
un'altra di quella rossa, fragola.
Così, se hai voglia di farnata,
la spremi, cuoci il mosto insieme a quattro
manciate di farina: gira, sbatti...
e la polenta con il vino è fatta!
La vendemmia
Quando si vendemmia, ascolta, è tutta un'altra cosa!
Come arrivi nei pressi dei tralci
ti rimpinzi di uva a quattro palmenti:
rifai il capitale, per prima cosa!
poi te ne ritorni con il fazzoletto:
tutti i tipi di uva: bianca, nera,
da spremitura, per sputare , per la fruttiera
...anche un raspo di quella moscatella
e.. .-quella Teresina ...non se ne è dimenticata!-
un'altra di quella rossa, fragola.
Così, se hai voglia di farnata,
la spremi, cuoci il mosto insieme a quattro
manciate di farina: gira, sbatti...
e la polenta con il vino è fatta!
Dose per 4/5 monoporzioni
- 1 lt di mosto di vino bianco
- 200 g circa di farina di grano tenero
Se come me avete optato per la prima soluzione, dopo aver pigiato per bene l'uva, precedentemente ben lavata e sgranata, passate il tutto attraverso un setaccino fino ad averne un litro.
Ponete il mosto in un tegame, sul fuoco dolce e lasciatelo bollire fino a farlo ridurre un pò ( dovranno restare circa i 2/3 ).
A questo punto , lontano dal fuoco, unite a pioggia la farina, mescolando vigorosamente con una frusta, per evitare grumi, proseguite con tutta la farina ( ma regolatevi se per caso dovesse essere un pò troppa).
Ponete nuovamente sul fuoco , basso, e mescolate, come fosse una polenta, fino a quando non si staccherà dalle pareti del tegame.
Versare su un piatto e lasciar raffreddare oppure in 4 ciotoline monoporzione.
La ricetta termina qui, ma se volete renderla un pochino più ricca e golosa, potete aggiungere della frutta secca nel composto, prima di versarla nelle ciotole.Il contrasto tra le due consistenze sarà piacevole e ancora più gustoso.
Qui trovate l'elenco delle altre regioni, mi raccomando inebriatevi di uva, vino , mosto e lasciatevi guidare nel nostro tour virtuale .
Trentino-Alto Adige: Strudel altoatesino d'uva e mandorle
http://
Friuli-Venezia Giulia: Pierçolade o zuppa di pesche
http://
Lombardia: Risotto allo Spumeggio
http://
Veneto: Mosto d'uva cotto https://
Valle d'Aosta: Filetto con riduzione al Torrette http://
Piemonte: anocra assente.
Liguria: torta di pane e miele (torta de pan e amè) http://
Emilia Romagna: Sugo d'uva http://
Lazio: Ciambelle al mosto http://
Toscana: Schiacciata con l'uva e crema al vin santo http://
Marche: Crescia co lu paulittu http://
Abruzzo:Confettura d'uva Montepulciano d'Abruzzo http://
Umbria: Maritozzi con il mosto http://
Basilicata: Cotto d'Uva http://blog.alice.tv/
Campania: Ciambelle al vino http://
Puglia: U Cuètte (Vincotto) - http://
Calabria: Gurpinella di mustarda
http://
Sicilia: La mostata siciliana
http://
Sardegna:Tiliccas o caschettas dolci sardi alle mandorle http://
Il nostro blog L'Italia nel Piatto http://
Ammetto la mia ignoranza. Non avevo mai sentito parlare di questa ricetta! Questa è l'Italia che ci piace!
RispondiEliminaHai ragione Marco, anche a me piace questa Italia che ogni mese si materializza sulle nostre tavole.
EliminaLe ricette rudimentali che adoro: eccone una! Rudimentale ma piena di storia. Mi ricorda il panmielato umbro, che però si fa col pane. Unabbraccio carissima!
RispondiEliminaDirei anche basica ed essenziale, due ingredienti per rendere l'idea di un dolce da mangiare solo in quel momento .
EliminaEsisteva una stagionalità anche per le golosità.
Bellissima ricetta che non conoscevo. Il risultato sarà certamente buonissimo!
RispondiEliminaSul risultato direi che è un sapore particolare, antico e, forse, un pò lomntano dai nostri gusti "moderni".
EliminaMa che spettacolo Loredana! Da te sempre e solo post con ricette (e non solo quelle) originali!!!!! Complimenti!!!!
RispondiElimina:*****
EliminaNonostante sia molisana , non avevo mai sentito questa ricetta. Deve essere delicatissima e quasi quasi mi vien voglia di provarla. Grazie e buona serata!
RispondiEliminaAnnamaria, il sapore è molto particolare e semplice, se la provi fammi sapere cosa ne pensi.
Eliminasecondo me con un mosto di uva fragola sarebbe ancora più buono.
È stata una scoperta anche per me, meno male che la mia mamma mi fa da memoria storica ! ;)
RispondiEliminaGrazie Carolina, appena posso passo ;)
RispondiEliminamolto simile al nostro sugo d'uva, noi aggiungiamo zucchero perchè le uve sono meno dolci (potere zuccherino inferiore) e di solito usiamo l'uva nera... che bello poter confrontare questi piatti della tradizione, la nostra Italia ne è ricchissima!
RispondiEliminamai sentita questa preparazione, interessante!
RispondiEliminail bello di questa rubrica è anche il confronto con ricette simili di altre regioni!
RispondiEliminaottima questa ricetta, simile al sugo d'uva di Elena, ma la tua è con mosto di uva bianca! da provare anche questa!
un bacione
Un'Italia ricca di bellissime ricette spesso simili tra loro anche se ognuna ha sempre un particolare che la contraddistingue. Un abbraccio
RispondiEliminaQuesta pasta vinisca è davvero una novità per me! Mi piacerebbe molto provarla, dev'essere molto buona!
RispondiEliminaun caro saluto
Ciao! Per prima cosa mi viene un dubbio: perché faccia tosta? Sono andata a chiedere alle cantine di zona...in effetti non me lo hanno dato..dici che li.ho offesi? Ma secondo te non potrebbe servire anche da accompagno ad un piatto salato? Curiosità!
RispondiEliminaAvrei voluto essere lì per vedere le facce di quelli che ti hanno detto di no!
EliminaSai che non ci starebbe male con un piatto salato? Lascio a te la sperimentazione ;)
Le ricette povere sono sempre le più gustose, il motivo???
RispondiEliminaPochi ingredienti.Un post bellissimo per come descrivi le tradizioni e il territorio.
A Presto
Un'esaltazione della tua meravigliosa terra in questa ricetta da leccarsi i baffi!!!Ha ragione Pasquale, le ricette semplici sono sempre le migliori e . .se il tocco da chef lo dai tu....è tutta un'altra storia ; Un bacione
RispondiEliminaseguo già il nuovo blog e le vostre belle e golose ricette
RispondiEliminaun abbraccio, Laura
Meraviglioso post! A presto!
RispondiEliminaUna meravigliosa ricetta, complimenti!!
RispondiEliminaPochi ingredienti, ma una golosità unica. Certo che le nostre nonne sapevano fare, senza aver frequentato corsi di cucina.
RispondiEliminache bontà loredana amo mollto la tradizione io vivo per questo tipo di ricette e lo spiega anche come lavoro in pizzeria .
RispondiEliminabellissimo il post sembra essere indietro nel tempo grazie grazie
quante ricette ricche di sapori e tradizioni!!!
RispondiEliminaun bacione :)
Ciao Lori, eccomi, in tempo per gustare la tua golosissima cremina. Ti abbraccio a presto :)
RispondiEliminale ricette povere di una volta, mi fanno impazzire, solo mosto e farina riescono a creare una delizia simile, e penso le la frutta secca ci stia benissimo, un bacione
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