Abbiamo deciso di avere una seconda uscita mensile, in cui parlare delle nostre regioni in modo più libero e vario, lo faremo raccontando di prodotti tipici, di luoghi speciali, di fiere e sagre o con ricette rivisitate.
Questa volta l'argomento che la farà da padrona sarà legato ai formaggi, ma anche a sagre e a tradizioni varie, qui da me si racconta del costume tradizionale molisano.
Ho pensato di far conoscere meglio la mia regione di origine, il Molise, partendo dai suoi costumi in senso stretto, gli abiti che hanno caratterizzato questa terra, spero che sarà piacevole seguirmi nel viaggio virtuale che, mese dopo mese, mi permetterà di svelare una regione piccola, poco conosciuta, ma che merita di essere apprezzata.
Il Molise e i suoi costumi
Donne di San Polo Matese Immagine presa dal web |
I costumi molisani, con le fogge che si sono conservate fino agli inizi di questo secolo, entrarono nella “moda” del mondo contadino a partire dal XVI secolo per influenza degli Spagnoli, ma non sembrano ad essi estranee influenze di bulgari, slavi ed albanesi, popoli che nel corso dei secoli hanno visto stanziate in alcune zone del Molise delle loro colonie. Sotto gli Aragonesi si diffusero nuove fogge di vestire che, abbandonata la tunica usata nei molti secoli precedenti, prediligevano per le donne l’ampia gonna con stretto corpetto allacciato davanti e la camicia larga con maniche a sbuffo.
Le caratteristiche fondamentali dei costumi molisani rimasero inalterate per i tre secoli successivi, fino al loro progressivo abbandono a partire dagli inizi del XX secolo.
I gusti dell’alta nobiltà aragonese influenzarono anche le fogge del mondo contadino molisano, con i prevedibili adattamenti dovuti sia alla carenza di tessuti (quelli più disponibili erano i panni di lana tessuti in casa e sottoposti a trattamento finale nelle gualchiere, e le pesanti e resistenti tele di canapa, anch’esse ottenute in casa), sia alle scarsissime disponibilità economiche che limitavano eventuali rifornimenti in mercati lontani, sia infine alle esigenze lavorative che richiedevano indumenti pratici.
La ricchezza di ornamenti ed accessori che si ammirano in molti costumi molisani devono la loro origine soprattutto al secolo XVIII a partire dall’inizio della dominazione borbonica nel regno di Napoli; in quell’epoca cominciarono a sorgere anche fabbriche locali di tessuti pregiati e di guarnizioni, delle quali quella di S. Leucio riforniva il Molise di buoni prodotti molto più facilmente che nel secolo precedente.
Furono proprio gli accessori e le decorazioni a determinare le distinzioni da zona a zona ed a segnare le peculiarità dei costumi, ad evidenziare i “messaggi” ed i simboli, a dare significati riferiti allo status.
Per la donna veniva inequivocabilmente rimarcato lo status di nubile rispetto alla donna maritata e, ancora più visibilmente, rispetto alla vedova.
A Cercemaggiore, ad esempio, la gonna della donna sposata presenta, sul tergo, due fessure bordate di rosso, alla sommità delle quali sono sospesi con nastri rossi due pendagli d’argento, accessori entrambi che erano ridotti ad uno nel vestito della ragazza nubile;
Costume di Cercemaggiore Immagine presa dal web |
A Baranello le donne maritate si individuano dalle cinque file di nastro di seta rossa applicati al bordo della gonna nonché dagli spilloncini infilati nel copricapo (uno per ogni anno di matrimonio);
A Sepino le maritate ostentano il loro status mediante un’ampia fettuccia (verde o rossa) applicata al bordo della gonna. L’abbigliamento nuziale raggiunge il massimo della ricchezza di accessori, guarnizioni, gioielli, la vedova elimina invece ogni decorazione e bandisce i colori.
Costume di Sepino Immagine presa dal web |
Il coltello con manico intarsiato e le forbici erano i doni dello sposo; le stringhe policrome per le calze e soprattutto il fazzoletto (da naso o da collo), ricamato in rosso con frasi d’amore lungo i bordi sono il dono della fidanzata al promesso sposo (“quando viene la stagione e il sudor ti bagna il petto, ammirando il fazzoletto ricordati di me” è la frase ricamata a punto croce su un fazzoletto da Cercemaggiore); un panno bianco inamidato e la lunga collana d’oro è il dono della suocera alla nuora il giorno delle nozze, al momento dell’ingresso nella casa.
Nel costume femminile il capo fondamentale è la gonna (vunnèlla), scura, molto ampia, arricciata in vita o plissettata “ad organetto”, liscia davanti in modo da ricevere agevolmente il grembiule. Il corpetto, stretto e preferibilmente allacciato davanti, può essere sia unito sia più comunemente staccato dalla gonna, realizzato in modo da stringere la vita e tenere ben sollevato il seno, con la stessa funzione del busto (solo in qualche caso schiaccia e copre il seno). Il grembiule (zinale), nato per fini pratici, finì con il diventare un complemento essenziale, di valenza non solo decorativa ma anche fortemente simbolica: il grembiule è protezione del sesso, e, donato allo sposo, è simbolo di possesso esclusivo da parte di quest’ultimo, il grembiule bianco che le donne del contado di Baranello, sempre nel Molise, portano il giorno delle nozze, verrà tolto dalla futura suocera non appena ella entrerà nella sua nuova casa.
Il copricapo di panno (mappa) è anch’esso fortemente caratterizzato sia nella forma che nelle decorazioni, adatto ad evidenziare e valorizzare il viso, arricchito di spilloni in metallo prezioso talora di dimensioni gigantesca (come a Cercemaggiore ed a Guardiaregia).
Costume di Cercemaggiore |
Costume di Guardiaregia | Immagine presa dal web |
Costume di Roccamandolfi Immagine presa dal web |
Generalmente il copricapo è una prerogativa delle donne maritate, non usato nei giorni feriali. Altro capo, non strettamente funzionale e per questo non presente in alcuni costumi, è il fazzoletto da collo (scolla), bianca o di colore chiaro (nera o scura per le vedove), ricamata spesso in rosso con frasi d’amore.
Il significato simbolico investe anche i gioielli (di oro, argento, corallo) indossati numerosi il giorno delle nozze e nelle feste importanti. L’abbigliamento maschile presenta poche varianti da zona a zona; il colore è sempre scuro (tranne alcuni casi nelle zone costiere per il costume estivo, che era di canapa) e i capi si limitano ai calzoni, generalmente lunghi fin sotto il ginocchio, alla camicia bianca, alla camiciola (gilet) e alla giacca corta; per l’inverno in alcuni casi c’è il mantello scuro a ruota.
(Bibliografia: A. Trombetta, Mondo contadino d’altri tempi, i costumi del Molise, Napoli 1989).
Qui l'elenco delle altre regioni, per continuare questo tour virtuale
Trentino-Alto Adige: Lago di Tenno, Fiavè e i suoi formaggi
http://
Friuli-Venezia Giulia: Friuli Doc
http://
Lombardia: Sagra dell'uva a San Colombano al Lambro (MI)
http://
Veneto: Risotto zucca speck e Monte Veronese http://ely-tenerezze.blogspot.it/2014/09/veneto-risotto-zucca-speck-e-monte.html
Valle d'Aosta: assente
Piemonte:assente
Liguria: Festa della patata quarantina di Montoggio http://
Emilia Romagna: Crostini con squacquerone di Romagna DOP http://
Lazio: Melanzane fritte con ricotta di pecora
http://
Toscana: Zuppa tartara con la ricotta di Pienza http://
Marche: Il brodetto fanese e il festival internazionale delle zuppe di pesce http://
Abruzzo:Pallotte Cacio e Ove http://ilmondodibetty.blogspot.it/2014/09/pallotte-cacio-e-ove-per-litalia-nel.html
Umbria: Tortino di patate e cipolle con fonduta di Pecorino di Norcia http://amichecucina.blogspot.it/2014/09/tortino-di-patate-e-cipolle-con-fonduta.html
Basilicata: in preparazione
Campania: Focaccia di impasto liquido, con rucola,noci e caciocavallo podolico di Zungoli
http://www.isaporidelmediterraneo.it/2014/09/focaccia-di-impasto-liquido-con-rucola-noci-e-caciocavallo-podolico.html
Puglia: Burrata e stracciatella:delizie e specialità pugliesi http://breakfastdadonaflor.blogspot.it/2014/09/cucina-pugliese-burrata-e-stracciatella.html
Calabria: Spicchi di caciocavallo silano fritte
http://ilmondodirina.blogspot.it/2014/09/fette-di-caciocavallo-silano-dop-fritte.html
Sicilia: Cacio all'argintiera http://
Sardegna: assente
Alla prossima uscita , il 2 ottobre, per nuovi e profumati piatti regionali.
Dobbiamo stare attenti a conservare queste tradizioni che ormai stanno scomparendo. Il post è veramente interessante! Bisognerebbe farne a centinaia di questo tipo! Complimenti.
RispondiEliminafelice per la vostra nuova avventura nella ristorazione. E sì, se dovessi passare dalle tue parti non mancherò di farmi coccolare da te! Ti abbraccio
RispondiEliminagrazie di queste informazioni su queste regione che non penso di essere unico che la conosce poco
RispondiEliminaPost molto interessante!
RispondiEliminaChe bello questo post, ho ritrovato le mie tradizioni!!Grazie di cuore:)
RispondiEliminaDietro questo post c'è una ricerca bibliografica da vera storica! Davvero interessante e complimenti! E' vero, del Molise si conosce troppo poco, ti seguiremo per scoprirlo in ogni dettaglio!!! Grazie 1000!!! un bacione!
RispondiEliminaQuante tradizioni ...da leggere tutta d'un fiato!!! Complimenti amica mia...<3
RispondiEliminaLory....interessantissimo questo post sui costumi del Molise!
RispondiEliminami ha incuriosita assai come l'abito distingueva la donna maritata dalla nubile o dalla vedova!
bravissima mia cara!
un bacione
Ciao Lory, ma sai che ero convinta di averla postata la trippa accomodata alla genovese con le patate, invece ho pubblicato la trippa al verde, senza patate! Rimedierò appena possibile e con molto piacere. Come si dice, prossimamente su questi schermi.... Il tuo post è uno di quelli che più ho apprezzato, mi ha catapultata in un mondo senza tempo, semplice, dove tutto era sicuramente genuino e le cose andavano conquistate poco a poco. Un bacione
RispondiEliminaBello e inedito e interessante il tuo post.Mi hai messo curiosità faccio una ricerca di costumi della mia regione.
RispondiEliminaA Presto
Ma che bell'idea hai avuto nel presentare i costumi tipici del Molise!!!! Molto interessante e originale!!!! un bacione cara e buon w.e.
RispondiEliminaAnche se in ritardo sono venuta a leggere il tuo post. Non me lo sarei assolutamente perso ... trovo interessante questa tua ricerca minuziosamente presentata. Un abbraccio e buona domenica
RispondiEliminaAvevo dato una sbirciatina al tuo post ma non lo avevo letto . L'ho fatto adesso e l'ho letto tutto di un fiato. Amo conoscere le tradizioni dei vari popoli e i vestiti mi affascinano molto. Pensa che oggi nel mio borgo si festeggia la protettrice e in un locale hanno aperto una mostra fotografica della memoria. Da vedere.
RispondiEliminaCiao e buona domenica.
un post veramente interessante e che belle le tradizioni!
RispondiEliminabaci
Alice
Che bel post! Non avevo mai pensato che dietro ad un abito si nascondessero tanti significati e non fosse tutta opera del caso! Grazie mille cri
RispondiElimina