Una baronessa dimenticata e un dolce indimenticabile
Mentre il “secolo dei lumi” volgeva al termine, in un paesino
del Contado di Molise, Castelbottaccio, ogni estate veniva da Napoli a
villeggiare la baronessa donna Olimpia Frangipane.
“Donna bellissima ed affascinante, corpo giunonico ed armonioso, era soprattutto una donna colta e saggia, amante della musica e della poesia”.
“Donna bellissima ed affascinante, corpo giunonico ed armonioso, era soprattutto una donna colta e saggia, amante della musica e della poesia”.
All’età di vent’anni, era andata sposa all’anziano
barone Francesco Cardone (di ventisei anni più anziano di lei), al quale aveva
dato tredici figli, senza perdere minimamente le proprie grazie e conservando
l’amore ed il desiderio per una vita brillante”, questa la breve descrizione
data dallo studioso molisano Antonio Mucciaccio di una figura di donna caduta
quasi completamente nell’oblio.
Nel salotto della baronessa Olimpia Frangipane ,
frequentato da intellettuali, quali Giambattista Masciotta, Vincenzo Cuoco,
Gabriele Pepe , medici, avvocati, notai , si parlava, si discuteva delle nuove
idee, delle cose pubbliche, ci si preparava ai cambiamenti che iniziavano a
serpeggiare e a manifestarsi in azioni antifeudali, anche in una società
arretrata e sottosviluppata come quella del Molise.
Sfortunato il suo cenacolo, alcuni ospiti furono
accusati di giacobinismo , con conseguente arresto e condanna a morte, in
seguito fu completamente dimenticata la sua vita e anche il suo salotto, il suo
desiderio di vivere liberamente fece si che né lei, né il suo circolo
sopravvivesse nella memoria dei posteri.
Un episodio che la riguarda racconta che si adoperasse
spesso per migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini contro privilegi
ed abusi dell’anziano marito. Si narra che in occasione della nascita della
prima figlia donna Olimpia pretendesse come regalo speciale dal marito
l’assenso affinché i cittadini potessero costruirsi il forno in casa,
togliendoli in tal modo dalla servitù del forno feudale. Il 25 marzo 1785, la
richiesta fu esaudita e molti forni furono costruiti nel paese.
Non si hanno notizie certe, ma mi piace immaginare che
Donna Olimpia deliziasse i suoi ospiti con questi dolci tradizionali di chiara
provenienza borghese ed extraregionale, sicuramente diversi dalla semplicità
dei dolci contadini molisani eppure entrati prepotentemente nella tradizione di
Castelbottaccio.
Bibliografia
La cucina molisana vol II A.M. Lombardi-R. Mastropaolo
Castelbottaccio e il Cenacolo Culturale di Donna
Olimpia Frangipane I.Di Ianni
Articolo apparso su A Tavola di febbraio 2014
Con questi dolci partecipo al nuovo appuntamento con la cucina regionale de L'Italia nel piatto :
dò il benvenuto alle nuove regioni , la Lombardia e la Calabria, vi consiglio un bel tour culinario seguendo il profumo del latte che sarà l'ingrediente che farà da filo conduttore tra le nostre ricette regionali.
Lombardia- Riso al latte
http://
Veneto - Risini di Verona http://ely-tenerezze.blogspot.it/2014/05/risini-di-verona-per-litalia-nel-piatto.html
Trentino Alto Adige - Torta Simona, ricetta originale trentina
http://
Emilia Romagna - Buslàn - Ciambella Piacentina
http://
Liguria - Budino di latte
http://
Marche - Il lattaiolo in pasta matta
http://
Umbria - Torcolo al latte http://
Campania - Paccheri alla bufalina http://
Puglia - La ricotta fatta in casa
http://
Calabria- Pitta China con ricotta e salsiccia http://ilmondodirina.blogspot.it/2014/05/pitta-chinacon-ricotta-e-salsiccia.html
Sardegna- non parteciperà per questo mese
Pesche di Castelbottaccio
per circa 20 pesche accoppiate
Per la pasta
- 350 g farina 00
- 2 uova intere
- 50 g olio evo delicato
- 65 g di zucchero
- 8 g di lievito di birra oppure 3 g di lievito di birra in polvere
- 100 ml di latte
- sale, un pizzico
- 120 g di zucchero semolato
- 500 ml latte fresco
- mezza bacca di vaniglia
- 40 g di maizena
- 4 tuorli
Per lo sciroppo
- 120 g di zucchero
- 80 ml di acqua
- 60 ml tra Alchermes e Milk ( liquore tipico prodotto nel Molise http://www.pasticceriaiannetta.com/ ) o altro liquore a scelta
Preparazione della pasta.
Su una tavola di legno mescola tutti gli ingredienti insieme, aggiungi il lievito sciolto nel latte tiepido e lavora fino a quando la pasta non avrà una consistenza liscia ed elastica, se dovesse risultare troppo appiccicosa, aggiungi altra farina, se dovesse risultare troppo asciutta aggiungi qualche cucchiaio di latte.
Prepara delle pallottoline di circa 15 gr, grandi come una noce, sistemale su cartaforno e lasciale crescere in ambiente caldo ( forno con la lucetta accesa) fino a quando raddoppieranno di volume , circa tre ore.
A lievitazione completa cuoci in forno caldo , ventilato, a 220°C per 8'.
Fai raffreddare.
Preparazione della crema
Versa il latte in un tegame, unisci i semi della bacca di vaniglia, aperta e grattati con la punta di un coltello e la bacca , porta ad ebollizione e lascia intiepidire.
In un altro recipiente mescola bene i tuorli con lo zucchero semolato, NON devono montare, unisci la maizena setacciata, allunga con poco latte tiepido filtrato.
Aggiungi il resto del latte filtrato, riporta a bollore su fuoco medio e cuoci per 2'-3', mescolando continuamente, fino a quando non si addenserà ( se possiedi un termometro da cucina la temperatura è tra gli 82°C- 85°C ).
Lascia raffreddare in un contenitore largo con pellicola a contatto.
Preparazione dello sciroppo
In un tegame versa lo zucchero e l'acqua, porta a bollore, fino a quando lo zucchero non risulterà sciolto.
Spegni e unisci i liquori. Lascia intiepidire.
Prendi le brioches e premi leggermente con un dito nel centro della base per creare una piccola cavità, immergile nello sciroppo per qualche secondo, facendole inzuppare adeguatamente e tieni da parte. Prosegui con tutte le brioches.
Versa la crema fredda in una sac a poche, deponi una noce di crema sulla base di ogni mezza peschetta.
Accoppiale e rotolale nello zucchero semolato, facendo "sporcare" i bordi laterali e non l'intera superficie.
Adagia ogni pesca in un pirottino di carta, volendo decora con una foglia di alloro.
che bello questo post!! e deliziosi questi dolci da mangiare in un sol boccone!!
RispondiEliminaun abbraccio Silvia
Ma sono pesche finte! Eppure squisite, Lory, e interessante la storia della baronessa Olimpia. Un bacione a presto
RispondiEliminaPerfette bellissime e golose! Grazie della storia non la conoscevo
RispondiEliminabaci
Alice
non conoscevo la storia ne sapevo fossero molisane queste deliziose pesche,bravissima
RispondiEliminaChe bel post, hai descritto molto bene questa baronessa :)
RispondiEliminaOttime queste pesche che fanno venire voglia di prenderne una!
Un bacio
bellissimo questo post che profuma di storia e di pane... ma che bello il regalo per la nascita della prima figlia femmina, sì immagino anch'io la baronessa che nel salotto buono degusta queste pesche!
RispondiEliminacomplimenti Lory, un post e una ricetta da incorniciare!!!
La vostra bellissima iniziativa mi ha incuriosita e cercherò di seguirvi :)
RispondiEliminaNon ho mai assaggiato queste pesche, ma riesco ad immaginarne la bontà, perché sono simili a quelle di Prato :)
Che donna questa signora! Una piccola eroina direi... E che dolce che hai preparato.. meraviglia scoprire queste storie semi sconosciute e comunque le donne hanno una marcia in più, niente da fare..
RispondiElimina:*
sono bellissime e sicuramente buonissime!!!
RispondiEliminaQuante storie interessanti scopriamo sui blog! I nostri paesi ne hanno tanto da raccontare. buonissime queste pesche, sicuramente daprovare.
RispondiEliminaUn abbraccio
Bellissimo post, correlato da notizie e storie interessanti.
RispondiEliminaLa tua ricetta di questo mese e' superlativa.
A presto
Questa ricetta non me la faccio scappare. complimenti per le foto e le notizie. Un abbraccio
RispondiEliminaSono la perfezione, in assoluto! Ma quanto ti sono venute bene. E quando vorrei affondare i denti per assaggiarle. E non solo ricette a casa tua! Anche la storia, bella... di come ci sono state "donate"!
RispondiEliminaE' da un po' che manco dal blog, ma su fb ti seguo regolarmente.. devo dire che qui si ingrassa con gli occhi eh..
RispondiEliminaMa quanto sono belli questi dolcnii???? Stupendi da vedere...chissà da mangiare!!!! Complimenti!!!!
RispondiEliminaIo adorooooooo le pesche dolci!!! E..come sai adoro te e il tuo blog, non ne ho mai fatto mistero:) Il racconto è affascinante e....adesso ho voglia anche io di conoscere Castelbottaccio!!!!:-) Bravissima, un abbraccio grande!
RispondiEliminaComplimenti Loredana,
RispondiEliminaper aver raccontato la storia, immaginando come fosse allora,
e per deliziarmi con le immagini di questi stupendi dolci!
un abbraccio
Dany
bellissimo post pieno di notizie storiche, le pesche poi, una tira l'altra, un bacione
RispondiEliminaLoryyyyy....mi inchino davanti a tanta delizia e sopratutto davanti alla tua bravura! una delizia unica queste pesche!
RispondiEliminae che bella la storia di donna Olimpia!
bravissima