Spartana e pulitissima, la casa di Rosalia aveva una sua dignità. Su una parete troneggiava la stampa di un Cristo dal cuore sanguinante. Il tavolo stretto era stato per l'occasione accostato al muro e le sedie di paglia erano disposte in semicerchio per noi e per le contadine più vecchie. Le altre donne sedevano su sgabelli in ordine di anzianità o rimanevano in piedi. [...]
Ogni ninfa ha il suo rito, e quello di Rosalia era il caffè d'u parrinu, celebrato soltanto all'arrivo di mamma e a quello di zia Teresa. La cuccuma del "caffè speciale"- come lo chiamava Giuliana- brontolava sul fornello, il coperchio ben ciuso, ma dal beccuccio sfuggiva un profumo speziato, anticipo del pieno aroma, e ci raggiungeva sottile sottile, penetrava nelle narici e poi invadeva la stanza: un misto di cacao, vaniglia, chiodi di garofano, caffè e cannella. Occhi a mandorla e mani piccola, Rosalia, sempre nerovestita, con il fazzoletto annodato sulla nuca e il grembiule legato in vita di un blu acceso, non scuro come quello delle altre fimmine maritate- suo unico vezzo- , si destreggiava tenendo d'occhio la cuccuma: sempre pronta al sorriso, controllava i suoi piccoli e dava conto a tutte, grandi e piccine.Dopo aver versato il caffè nelle tazzine, Rosalia lo offriva a mamma e a Giuliana; poi si dedicava a me e Chiara. Non permetteva alla bambinaia di interferire: voleva farcelo assaporare lei stessa, il suo caffè d'u parrinu, come si doveva. Sollevava la tazzina fumante e versava un pò di caffè sul piattino; vi soffiava sopra e mi incoraggiava a soffiarvi a mia volta, piano piano, senza farlo schizzare. A quel punto, come se fosse un cucchiaio mi porgeva il piattino inclinato con il caffè, fumante ma non più bollente, e mi metteva sotto il mento un tovagliolo ricamato,'nsamai ci fossero state delle scolature. Mentre succhiavo quel liquido nero, i singoli ingredienti rivelavano la loro identità. A turno , uno prendeva il sopravvento sugli altri e si distingueva, per un attimo di gloria fugace, prima di tornare a confondersi: ne prendevamo pochi sorsi, ma erano deliziosi. Dolce, cioccolatoso e aromatico, quel caffè mai offerto a gente di fuori legava le donne della famiglia di mamma a quelle della famiglia di Rosalia, che da sette generazioni abitava a Mosè , e celebrava l'indulgenza nel superfluo della gente dei campi, un'indulgenza rasente il peccato.
Non per nulla veniva offerta ai preti dopo la messa celebrata nella nostra cappella.
Con vera deferenza mi sono avvicinata a questa ricetta, ben sapendo di non riuscire a ricreare un'atmosfera , nè un sapore, ma la curiosità di assaggiarla è stata più forte.
Un filo d'olio Simonetta Agnello Hornby
Per due giorni ho messo da parte la posa del caffè, per poi procedere nei preparativi, naturalmente io ho ridotto la ricetta a un quarto delle dosi riportate...ne è venuta fuori una tazzina, quindi mezza dose è sufficiente per 2/3 tazzine.
Caffè di Rosalia o del parrino
Speziato e zuccherato, il "caffè d'u parrino" è tipico delle masserie dell'Agrigentino. Si tratta di una bevanda al caffè, più che di un caffè vero e proprio.Lo preparavano le contadine per rinvigorire il sacerdote che veniva a dire messa in campagna e che prima di prendere la comunione doveva osservare il digiuno totale. Molto aromatico e pastoso al gusto ( a causa della polvere di caffè e del cacao), è buono caldo o tiepido e lo si può conservare in frigorifero almeno una settimana. Prima di servirlo bisogna sempre rimescolarlo- per far sciogliere la polvere- e roscaldarlo a fuoco medio.Ingredienti
- La polvere del caffè già utilizzata ( il tufo) di tre o quattro caffetiere moka da 3/4 tazze
- 1 tazza da tè di caffè rimasto 8 se c'è)
- 4 o 5 cucchiai di polvere di caffè fresca
- 1 lt abbondante di acqua
- 1 stecca di cannella
- 1 pugno di chiodi di garofano ( circa 40)
- 4-5 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di cacao in polvere ( amaro o dolce, a scelta )
- 1 stecca di vaniglia ( la ricetta riportava vanillina , ma secondo me la vaniglia è meglio)
Spegnere e far riposare almeno un'ora, poi filtrare e gettare la cannella, i chiodi di garofano , loa vaniglia e la maggior parte della polvere del caffè.
Rimettere il liquido nello stesso pentolino, aggiungere la vanillina ( se non avete aggiunto la bacca di vaniglia), lo zucchero e il cacao e cuocere per altri 10 minuti circa a fuoco medio; far bollire 5 minuti, quindi assaggiare di zucchero o di cacao.
Mescolare e servire.
Invio con molto piacere questa ricetta a Elisa per il suo contest!
Ciao Loredana grazie per essere passata dal nostro blog, per me e Giovanna è sempre un piacere ricevere la tua visita, intanto ti faccio i complimenti per questa insolita ricetta, è molto interessante e la proverò al più presto. Ti auguro una buona domenica
RispondiEliminama che meraviglia il passaggio tratto dal libro, sono rimasta affascinata. Adoro le ricette tradizionali, descrittie nel loro contesto storico/geografico... credo proprio che quel libro sarà mio molto presto! :)
RispondiEliminaUn bacio e buona domenica!
Sono strana: non mi piace il caffe', ma adoro il suo aroma. Il pensiero di avere la casa invasa dai profumi di questa bevanda cosi' particolare mi piace assai! Splendide foto, come sempre! Un abbraccio e buona domenica.
RispondiEliminaCara loredana, che splendido post! il racconto del libro e l'aroma di quel caffè che sento fino a qui è meraviglioso! ti auguro una buona domenica e buon inizio settimana :) Un bacio
RispondiEliminaMi piace tantissimo il caffè, ho adorato questo libro e molte ricette le ho già provate.
RispondiEliminaQuesta del caffè mi manca ancora... ma mi sa che farà la sua comparsa anche sulla mia tavola.
Buona domenica.
Nora
Un post bello e particolare. Con il tuo racconto mi sono calata nella situazione, in maniera quasi reale.Bravissima come sempre!!
RispondiEliminabello... passare da te è avere la certezza di trovare sempre qualcosa di affascinante e particolare..
RispondiEliminaa questo libro ho fatto il "filo" più volte, ma non l'ho letto...
mi sono innamorata dell'ultima foto....
p.s.: per la farina di riso nell'impasto della pizza... l'ho visto in alcuni blog, mi sono fatta la stessa domanda poi ho provato.
dopo svariati tentativi ho aggiustato le dosi secondo i nostri gusti e queste sono le definitive, credo.
non la mollo più.
se provi fammi sapere!
bacio grande grande
Il libro è delizioso ho preso spunto anch'io tempo fa, per una ricetta.
RispondiEliminaDevo dire che il caffè di Rosalia aveva incuriosito anche me. Lo proverò.
ma che bello questo post! c'è dentro un'atmosfera particolare e più che mai sembra quasi di sentire il profumo... bello!!!
RispondiElimina:***
roberta
bella questa ricetta. E mi sa anche il libro. Mi hai fatto venire voglia di leggere, soprattutto perchè l'autrice - di cui ho letto solo "La Mennulara" - mi piace molto. Complimenti!
RispondiEliminaChe bello essere in due nel tunnel del caffè! Questa ricetta è davvero particolarissima (e il primo gelato dell'MT semplicemente incantevole). Loredana, venire da te è come presentarsi in casa tua all'ora del tè e trovare sempre qualcosa di buonissimo ad accoglierti! Un bacione
RispondiEliminaEccomi Loredana!! Un pò in ritardo ma arrivo :-) Perfetto!! Inserisco subito deliziosa ricettina, per un caffè davvero originale!! Un bacio e buon fine settimana a te
RispondiEliminaCara, passo con piacere per un saluto, non sai che questo libri è nella mia lista delle letture da molto tempo. È un segnale che non posso più ignorare. Un abbraccio
RispondiEliminaparticolare e goloso questo caffè, ci credo che il prete si "tirava su"!!!
RispondiEliminaBuona settimana :))))))
Mi ricordo che mi avevi parlato di questo libro, sono curiosa di leggerlo! Mai sentito parlare di questo caffè, ma immagino che la curiosità di provarlo abbia preso il sopravvento, hai fatto benissimo!
RispondiEliminaNon dev'essere male, cacao, vaniglia, cannella, fiori di garofano mmm da provare!