Perchè?
Semplicemente perchè all'MTC si impara da chi propone la sfida, ma anche dagli altri e questa sfida in effetti mi ha permesso di saldare un vecchio conto in sospeso con sfoglia e mattarello.
Dai tempi delle tagliatelle mi era rimasto il dubbio di sapere se ero io ad essere completamente impedita con gli impasti a mano o semplicemente erano loro a non amarmi.
Grazie alla sfida di Sabrina ( solo per me Annamaria) pace fatta con sfoglie, tavole e mattarello, ma soprattutto la possibilità e il piacere di cercare il legame con il territorio utilizzando una farina: la Solina, tipica di queste parti.
La "Solina" è un particolare tipo di grano tenero coltivato in alcuni Comuni montani della provincia dell'Aquila, localizzati all'interno del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso.Per le sue caratteristiche è adatta alla coltivazione con i metodi dell'agricoltura biologica, in quanto non richiede elevati apporti di azoto e riesce a competere con le erbe infestanti, non rendendo così necessario il ricorso al diserbo chimico.
In tutto l'Abruzzo interno quando si parla di grano (le rène, lo rano) s'intende la Solina.
Essendo un grano resistente e di facile coltivazione, in passato ha costituito la base dell'alimentazione popolare , il profumo della pasta e del pane realizzato con questa farina è unico ed ancora impresso nella memoria degli anziani.
Dopo un periodo in cui era quasi completamente scomparsa, sta vivendo una nuova età dell'oro.
La sua origine antica è tramandata anche da alcuni detti popolari("ogni grano torna a Solina" e "la Solina è la mamma di tutti i grani") che ne esaltano le caratteristiche organolettiche del frumento: si sostiene infatti che, "quella di Solina" è superiore a tutte le farine.
Esistono anche documenti storici in cui si ha traccia di questo particolare grano, quali alcuni atti di compravendita del 1500 stipulati presso la Fiera di Lanciano e in un testo di fine ‘700, il saggio di Michele Torcia Pel paese de' Peligni che così recita "Non dimenticheremo il pane di Popoli che non la cede se non al solo di Teramo in tutta laMonarchia...Il pane a Popoli esce dal grano solino...".
Notizie prese dal web
Il fondatore del mulino, anticamente a pietra , sullo sfondo Catelvecchio Subequo |
Il mulino è passato dalle macine a pietra a quelle meccaniche, ma la passione è la stessa.
La solina utilizzata è coltivata tutta nella della provincia dell'Aquila, in particolare a Prezza.
Lasagne con farina di solina alla pecorara
Dose per 4 persone
Per la pasta
- 100 g farina di solina
- 200 g farina di semola
- 3 uova intere da allevamento a terra
Per il ragù alla pecorara
- 250 g tra vitello, maiale e agnello macinati
- Carota piccola
- Sedano mezzo gambo
- Cipolla piccola
- 100 ml di vino Montepulciano
- Passata di pomodoro circa un litro e mezzo
- Una zucchina
- Una melanzana piccola
- Un peperone rosso
- Olio extravergine di oliva
- Sale pepe
Per la besciamella al pecorino
- 1 lt latte intero
- 60 g burro
- 75 g farina 0
- Pecorino grattugiato 100 g
Cacioricotta di vacca grattugiato per completare il piatto
Preparare la sfoglia
Preparare la sfoglia mescolando le due farine, fare una fossetta e sgusciarvi le uova, mescolare con una forchetta e , lentamente iniziare a far assorbire la farina.
Lavorare energicamente fino ad avere un impasto omogeneo.
Coprire con una ciotola o un canovaccio e lasciar riposare per 30 minuti.
Trascorso questo tempo cospargere il piano con della farina di semola e iniziare a stendere l’impasto con un matterello lungo e sottile, fino ad avere una sfoglia spessa un paio di millimetri ( per me anche meno).
Ritagliare delle sfoglie rettangolari, cospargere con semola e tenerle da parte.
Preparare il ragù
In un tegame di coccio versare l’olio, unire il trito di sedano , carota e cipolla e far soffriggere dolcemente.
Aggiungere le carni tritate, far rosolare, sfumare con il vino e farlo evaporare.
Versare la passata e lasciar cuocere fino a quando non affiorerà l’olio.
Non aggiungo sale utilizzando una passata già salata al momento della preparazione.
(La passata che utilizzo è preparata dalla suocera, cotta direttamente sul fuoco ed ha un sapore unico che, da solo basta a rendere un piatto speciale.)
Nel frattempo lavare e asciugare le verdure e tagliarle a julienne, versarle in una teglia da forno, coprire con abbondante olio , sale e pepe.
Cuocere in forno caldo a 180°C per 25 minuti.
Preparare la besciamella
Scaldare il latte fin quasi al bollore.
Sciogliere il burro in un pentolino, lontano dal fuoco unire la farina setacciata e mescolare energicamente con un cucchiaio di legno, unire il latte bollente poco alla volta, rimettere sul fuoco e continuare a mescolare, quando inizia ad addensarsi aggiungere il pecorino grattugiato e far sciogliere.
Salare se occorre.
Lessare le sfoglie di pasta in acqua salata in ebollizione, passandole rapidamente in acqua ghiacciata e mettendole ad asciugare su un canovaccio pulito.
Preparare una teglia versando sul fondo un mestolo di ragù fare uno strato con le sfoglie, coprire con ragù, besciamella e le verdure, proseguire fino ad aver esaurito tutte le sfoglie.
Terminare con ragù, besciamella e verdure.
Cuocere in forno caldo a 180°C per 20’/25’.
Una volta pronto far riposare qualche minuto in forno caldo, al momento di servire cospargere con il cacioricotta grattugiato.
Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di ottobre 2014
Grazie per tutte le informazioni dettagliate che fanno da contorno al tuo magnifico primo.
RispondiEliminache meraviglia riuscire a trovare queste piccole aziende che portano avanti con passione bellissime tradizioni e grazie ancora una volta per avermi parlato di qualcosa di nuovo. Per non tralasciare il risultato semplicemente eccezionale per questa lasagna coloratissima, che sa di antico e decisamente invitante. Un abbraccio Helga
RispondiEliminache buone! le tue performance per l'MTC sono sempre superbe! un abbraccio, Laura
RispondiEliminaFantastica la farina che ti invidio e perfetti gli abbinamenti di sapori per una lasagna che conquista subito.
RispondiEliminaLe sfoglie sono perfette, direi, e per le foto posso solo rosicare!
Brava, come sempre, Lori!
Baci
Nora
A me queste lasagne così rustiche, con questi sapori antichi fanno impazzire!!!!
RispondiEliminaPoi sono le 11.15... cioè...sono un attentato alla sopravvivenza!!!
Bravissima Loredana, come sempre!!!
Cara Loredana, oltre a farti i complimenti per la magnifica ricetta, devo anche ringraziarti di avermi fatto conoscere una cosa nuova: la solina.
RispondiElimina:*
Conosco quella farina e mi piace molto, così come la tua lasagna che sa di sapori di ieri che mi evocano tanti ricordi.
RispondiEliminaloredana la lasagna è tradizione e con questa meraviglia mi hai conquistata
RispondiEliminaanche la mia sarà tradizionale
stupenda e che bella farina foto spettacolari
Hai proprio ragione: nell'MTC è bello imparare da chi lancia la sfida, ma anche dagli altri sfidanti. E oggi da te scopro la farina di solina e anche questo condimento favoloso!
RispondiEliminaAffannata, ma sempre bravissima!
Mai sentita nominare...ora tocca che quando vengo a trovarti debba andare anche al mulino!!! Avevo letto male...non ragù alla pecorara, ma ragù di pecora, non trovando la pecora ho capito!!!
RispondiEliminaIo sono per metà abruzzese...e con questa lasagna mi hai fatto fare un tuffo nel passato e nei ricordi più belli che ho dell'infanzia!!! Grazie di cuore!!!
RispondiEliminatesoro quella porzione di lasagna è talmente allettante che la divorerei anche a quest'ora!
RispondiEliminabaci
Alice
Passare qui da te mi riappacifica sempre con le ricette del territorio che spesso sono più che maltrattate, per cui grazie 😘
RispondiEliminasenti, te la faccio breve. io ti lovvo, a prescindere.
RispondiEliminaE stasera, un pochino di più ;-)
Interessantissima la storia della farina, ma vogliamo parlare delle lasagne?
RispondiEliminaUrlano "mangiami!" nonostante non siano ancora le 9 del mattino.
Parliamone ;)