Quando ero
bambina lo STREET FOOD non esisteva, o meglio esisteva, ma aveva tutto un altro
senso.
Mi piace associare
il cibo di strada a quella che era la merenda dei bambini del quartiere
popolare, che giocavano a pallone fino a non avere più fiato, oppure che si
precipitavano per le poco trafficate strade in discesa con le “carrozzelle”,
costruite con tavolacce recuperate ovunque e cuscinetti a sfera, estorti
all’amico dello sfascio, godendo dell’ebbrezza della velocità.
Le mamme si
affacciavano alla finestra urlando i nomi e io quelli dei ragazzini che mi
abitavano intorno me li ricordo tutti:
“Costantinoooooo!!!
Viè alla casa!"
“Osvaldooooo,
se t’acchiappa patete! ( Se ti prende tuo padre)"
E poi
arrivava la merenda che i ragazzi correvano a prendere a casa, ma mangiavano
rigorosamente per strada, seduti, uno dopo l’altro, sui muretti di pietra confinanti con giardini pieni di erbacce; merenda a base di fette di pane
afferrate da mani sporche di terra e lubrificante dei cuscinetti:
pane bagnato,
anzi affunnato nell’olio, quello
avanzato dalla cottura dei friarielli, saporito e gustoso.
A questi
sapori e a questi ricordi mi sono voluta ispirare per la sfida dell’MTC.
Ci sono tanti
cibi di strada di cui, oramai, si parla, ma ho preferito trovare un gancio con
la mia infanzia e con un profumo e un sapore facilmente riconoscibile, perché
dalle mie parti più che le madeleines ha potuto il “friariello”.
PIADINA ROMAGNOLA ricetta di L'ombelico di Venere
per 6 piadine
- 500 g di farina 00
- 125 g di acqua
- 125 g di latte parzialmente scremato fresco
- 100 g di strutto
-
15 g di lievito per torte salate o anche lievito per dolci
- 10 g di sale fine
- 1 pizzico di bicarbonato di sodio
Far intiepidire il latte e lacqua, far ammorbidire lo strutto fuori dal frigo per 30 minuti, versare tutti gli ingredienti nella planetaria e lavorare per 7/8 minuti, il composto dovrà risultare morbido , ma non appiccicoso.
Mettere l'impasto in una ciotola, coprire con la pellicola e lasciare in frigo per 48 ore a max 20°C, lasciare ambientare 2 ore prima di utilizzare.
Dividere l'impasto in 6 pezzi, stendere su un piano infarinato, girandola spesso per mantenere la forma tonda, dovrà essere di circa 20 cm di diametro e 0,5 cm di aspessore.
Cuocere su un testo o sull'apposita teglia in terracotta, oppure su una padella antiaderente piuttosto larga, regolando bene il calore per evitare che la fiamma alta bruci l'esterno lasciando crudo l'interno.
Sovrapporre le piadine man mano che sono pronte per mantenere il calore.
Farcire a piacere.
Per farcire le mie piadine ho utilizzato
Pulire i friarielli con un canovaccio da cucina.
Bucherellarli con una forchetta ( e anche questa operazione è uno dei miei primi ricordi di collaborazione in cucina , la forchetta infilzata con forza nella polpa croccante del friariello è un piacere per pochi estimatori!).
Scaldare l'olio e friggere i friarielli, avendo cura di girarli a metà cottura, far sgocciolare su carta da cucina, salare e tenere da parte.
Farcire le piadine con una parte di stracciata e coprire con 4/5 peperoncini fritti.
Ripiegare e servire.
- stracciata 400 g
- friarielli ( peperoncini verdi) 30 pezzi circa
- olio extravergine di oliva
- sale
Pulire i friarielli con un canovaccio da cucina.
Bucherellarli con una forchetta ( e anche questa operazione è uno dei miei primi ricordi di collaborazione in cucina , la forchetta infilzata con forza nella polpa croccante del friariello è un piacere per pochi estimatori!).
Scaldare l'olio e friggere i friarielli, avendo cura di girarli a metà cottura, far sgocciolare su carta da cucina, salare e tenere da parte.
Farcire le piadine con una parte di stracciata e coprire con 4/5 peperoncini fritti.
Ripiegare e servire.
Loredana, quante infanzie ed estati simili alla mia, con sapori diversi, perchè la mia merenda era pane con la panna affiorata dal latte bollito con zucchero, o in estate con fette di pomodor, origano sale e olio......ma quei cuscinetti...... che ricordi!!! Baci e buonissima giornata..... con tanto affetto....IN BOCCA AL LUPO!!!!! Flavia
RispondiEliminaTe pare? Hai capito che street food! Superba *__*
RispondiEliminache buona! non ho mai fatto la piadina ma questa ricetta mi tenta! un abbraccio, Laura
RispondiEliminaCon i friarielli di solito ci condisco la pasta mai avrei pensato al ripieno di una piada....deve essere una libidine!
RispondiEliminaBaci
Alice
E' proprio questo il senso del cucinare, secondo me. Come quando Henderson diceva di mangiare la trippa per "accarezzarsi l'anima".Riuscire a ricreare i sapori che ci hanno accompagnato durante l’infanzia, è una cosa rara e preziosa! Cosa darei per tornare a Cesenatico 35 anni fa e mangiare di nuovo la piadina in spiaggia da quella vecchina che la preparava nel retro dello stabilimento.. unica. I sapori dell'infanzia che rimangono indelebili nel nella nostra memoria.. comfort food allo stato puro. Bellissima e gustosa la tua piadina, sia per gli ingredienti che per i ricordi! ovviamente anche io mi lanciavo come una folle giù per la discesa con un' improbabile carretta ;-)) un bacione
RispondiEliminala mia merenda era il "pain perdu" una fetta di pane raffermo bagnata nel latte e poi fritta nel burro e cosparsa di zucchero...non proprio una robina leggera!, ma la mangiavo ogni tanto, molto spesso la mia mamma faceva un semplice budino o mi preparava un panino al prosciutto, niente patatine ne merendine, allora non c'erano e si stava meglio!
RispondiEliminaDeliziosa la tua piadina!!
Oh, che meraviglia! Questo accostamento di sapori è semplicemente favoloso!
RispondiEliminaadoro i friarelli!!! questa piadina la mangerei subitoooooo!
RispondiEliminaciao
elisa
Una piada fantastica, i sapori semplici e intrisi di ricordi tante volte sono meglio di quelli ricercati e articolati! E grazie ai racconti della tua infanzia si percepisce proprio questo, come si percepisce l'attaccamento alle proprie origini e consuetudini, esattamente quello che per me è la piadina! Un ripieno dal gusto delicato ma deciso, mi piace!!! grazie!!!
RispondiEliminaMa tu sei un mito!!! Friarelli e stracciatella? La tua piadina è unica, forse proprio perchè hai attinto le idee dai ricordi della tua infanzia, questa è la cucina vera, quella del cuore, dei ricordi, delle emozioni. E i risultati sono evidenti.
RispondiEliminaI ricordi d'infanzia sono sempre i più belli, e i nostri figli, smartphone e playstation-muniti, non proveranno mai la gioia e il divertimento che provavamo noi!!!! E poi diciamocelo, io per prima farei lavar loro le mani prima di fare merenda!!!!!
RispondiEliminaFavolosa la tua versione, gustosissima e molto invitante!
il sapore delle merende casalinghe non ha uguali, pensa che quella che ricordo con maggiore nostalgia era la più semplice di tutte, me la faceva la mia nonna che non era gran che in cucina e quando proprio non sapeva cosa inventare tirava fuori pane, burro e zucchero e per noi era un rosolio!!! la tua piadina è squisita, ne sono certa e non avevo dubbi, sei sempre impeccabile nelle tue proposte!!!
RispondiEliminabaci
cris
la mia era pane e olio e sale, rigorosamente preparato dalla nonna che non sapeva cucinare. Io contravvenivo alla regola, perchè ci volevo anche un po' di aceto: ma se devo pensare al cibo della merenda, quello condito dalle urla dei genitori e dalle minacce :-), era quel mezzo panino unto e bisunto che rendeva tollerabile interrompere i giochi e il divertimento. Grazie per questo post e per questa piadina, che ha rinnovato la consapevolezza di essere tutti legati da un'esperienza comune,al di là delle differenze di dialetto e di ripieno. E chissà che non siano state proprio queste merende, dall'ineffabile gusto dei giochi della nostra infanzia, ad averci radunati all'mtc, per tornare a ricercare nel cibo quello stesso spirito gioioso di quegli anni? Grazie davvero!
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