E perfino mio padre, si è accorto del tema della sfida di questo mese, ma giuro che questo è l'ultimo.
Tocca, però, fare un piccolo riepilogo e provare a tirare le conclusioni su una sfida che mi ha vista partecipare quasi al limite delle presenze concesse.
Tanti fattori potevano deporre contro questa sfida, per primo il tempo necessario alla preparazione del piatto: una LUNGA COTTURA sembra quasi impensabile nelle nostre vite frenetiche eppure, forte dell'allenamento fatto con il lievito madre, mi sono resa conto che è meno impegnativo del previsto.
In fondo si tratta di mettere insieme gli ingredienti e poi dimenticarseli sul fuoco, andando a curiosare solo ogni tanto, per le necessità eventuali.
Nel frattempo si può: chiamare le amiche, ipnotizzarsi davanti a fb, dedicarsi a quella montagna di panni da stirare che si fa sempre finta di non vedere o a tutte quelle altre mille faccende che di certo non mancano mai.
Altro punto debole, per quanto mi riguarda, di questa sfida era l'UTILIZZO DELLA CARNE.
Riconosco la mia completa ignoranza in materia, non distinguo un pezzo da un altro e, se non ci fossero le etichette ben leggibili, brancolerei nel buio più totale.
Anche stavolta l'esercizio obbligato della sfida mi ha permesso di comprendere qualcosa in più, sulla differenza tra i vari tagli e tipi di carne, se un vitello e un capriolo erano perfetti in queste ricette, il petto di pollo, magari la prossima volto posso provare a cuocerlo un pò meno, oppure ad utilizzare parti anatomiche per loro natura meno asciutte.
Ho imparato che oltre al tempo è necessario un fuoco basso, bassissimo, dolce dolce che non stressi le fibre della carne utilizzata, ma permetta invece di sciogliere il collagene presente e rendere il boccone morbido da sciogliersi in bocca.
Dopo tutta questa tiritera potevo stupirvi con uno spezzatino di quelli tosti, che se stanno sul fuoco dieci ore saranno semplicemente perfetti e invece no.
Visto che ho la testa dura, visto che adoro smentire chi afferma il contrario, visto che sono una dilettante in cucina, ho scelto uno spezzatino di coniglio, ancora carni bianche, ancora cotture preferibilmente meno lunghe, ma il risultato è stato talmente sorprendente che il cucciolo di casa alla prova assaggio ha esclamato: Com'è morbido!...e non l'ho pagato.
E visto che se la vita non è complicata , me la complico io, ho avuto anche la brillante idea di disossare il coniglio in questione, per la serie come trascorrere il sabato pomeriggio in casa.
Per fortuna un minimo di nozioni di anatomia tornano sempre utili, anche per disossare un coniglio.
L'idea di questo spezzatino mi è venuta da una ricetta che ho già postato
qui , l'ho rivisitata trasformandola da un primo in un secondo, diverso il risultato finale, ma ugualmente appagante.
Ringrazio di cuore
Marta e Chiara per questa sfida e per tutto quello che , ancora una volta, ho imparato semplicemente divertendomi.
Spezzatino di coniglio, zucca e fiori di lavanda su pane carasau al lievito madre
Ingredienti per lo spezzatino
- 700 g di coniglio disossato
- 4 cucchiai di aceto di mele ai lamponi
- 2 spicchi di aglio
- rosmarino
- salvia
-
10 bacche di ginepro
-
10 grani di pepe nero
- carota
- sedano
- cipolla
- 600 g zucca pulita
- 6 mestoli di brodo vegetale
- 3 cucchiai di triplo concentrato di pomodoro
- 15 fiori di lavanda secchi
- sale
- olio evo bio
Far marinare il coniglio in acqua e aceto con gli spicchi di aglio
tagliati a metà, il rosmarino, la salvia, il ginepro, i grani di pepe e
un filo d'olio, per circa 2 ore, in frigorifero.
Scolare il coniglio dalla sua marinata e tagliarlo al coltello a pezzi piccoli.
Ho versato l'olio e fatto
soffriggere
sedano, carota e cipolla, precedentemente tritati finemente, ho aggiunto il coniglio,due foglie di salvia e fatto rosolare bene bagnando con il brodo ( tre mestoli ).
Ho aggiunto il concentrato e fatto
cuocere per un'ora, a fuoco bassissimo, unendo altro brodo se risultava necessario. A questo punto ho unito la zucca tagliata a cubetti di circa 2 cm per 2, i fiori di lavanda e proseguito la cottura per altri 40'.
Nel caso il fondo dovesse risultare troppo abbondante farlo restringere su fuoco vivace, fino ad avere la densità voluta.
Pane carasau
( Ricetta di Sara Papa)
600 g semola rimacinata di grano duro
360 g acqua
150 g lievito madre attivo ( oppure 12 g lievito di birra)
12 g sale
Impastare gli ingredienti con il lievito e l'acqua a 22°C fino ad avere un composto elastico e omogeneo.
Spezzare l'impasto e formare palline del peso di 150g, far lievitare coperte fino a che saranno raddoppiate di volume.
Stendere in sfoglie sottili di 35-40 cm di diametro e allo spessore di 2-3 mm e far lievitare, coperte per altri 35'-40'.
Scaldare
il forno alla massima temperatura, se possibile cuocere ogni sfoglia su
una pietra refrattaria o su una teglia posta a contatto con la base del
forno.A contatto con con la superficie bollente il pane si gonfierà
formando uno spazio all'interno della sfoglia.
Sfornare il disco di
pasta, prima che sia cotto completamente e non appena si gonfia bene e dividere le due parti rapidamente, adagiare nuovamente in forno, con la parte ruvida
in alto e lasciare asciugare, questa è la "carasatura", che permetterà
al pane di essere conservato a lungo.
Composizione del piatto: adagiare un foglio di pane carasau in un piatto e versarvi un mestolo colmo di spezzatino, con tutto il fondo, il sughetto ammorbidirà il pane e permetterà di gustare al meglio ogni boccone di conigli e zucca.