lunedì 12 dicembre 2016

GRISSINI ALLA BIRRA E ALLE CIPOLLE CON ESUBERO DI LIEVITO MADRE

Una ricetta, questa, modificata strada facendo .
Come sempre ho preso spunto dal web e poi  ho perso il filo, come sempre si faccia avanti chi riconosce la propria creatura, se ancora visibile dopo le mie aggiunte e modifiche.

Mi piace non sprecare il lievito madre, ne rinfresco sempre troppo e anche il pane sta diventando sempre più raro dalle mie parti, una pagnottina riesce a sopravvivvere per oltre una settimana e spesso vengono ritrovati i resti fossili stratificati nel pensile dedicato alla conservazione del pane.
Il temerario esploratore è sempre il maritino che, nel suo giorno libero, pensa bene di rendere un servigio a tutta la family mettendosi a frugare tra i vari cartocci.
Una volta ha tirato fuori ben sette sacchetti a vari stadi di decomposizione, si andava dal semplice pane secco come un mattone, ai panini da buffet tramutatisi in panini da show horror con tanto di occhi, branchie e abbozzi di arti.

Questo ha , come dire, bloccato la mia vena da panificatrice compulsiva, lasciandomi però il problema della gestione del lievito in esubero.
Ho capito che c'è qualcosa a cui i miei non sanno resistere, per la quale non hanno bisogno di inviti all'assaggio : i salatini, di qualunque tipo e forma, tondi, lunghi, a quadratini, purchè sia roba salata e croccante.

Ecco allora ancora una ricetta che è stata bissata e ribissata e rifatta ancora, un vero classico a casa mia.



GRISSINI ALLA CIPOLLA
Dose per due teglie da forno
  • 200 g farina 0
  • 100 g semola rimacinata di grano duro
  • 150 g lievito madre in esubero ( anche dopo un paio di giorni dal rinfresco)
  • 140 ml birra ( o vino bianco se non vi trovate in casa la birra)
  • 60 g olio extravergine di oliva
  • 6 g sale
  • 2 cipolle piccole
  • 4 cucchiai di acqua
  • 2 cucchiaini di zucchero di canna
  • 2 cucchiai di aceto balsamico
Sbucciate le cipolle e affettatele finemente.
In una padella versare l'acqua, le cipolle, l'aceto e lo zucchero e lasciar cuocere a fuoco moderato fino a quando le cipolle non risulteranno morbide , se occorre unire altra acqua, fino a quando non si avrà la cottura giusta.

Frullare tutto e tenere da parte.

Nella planetaria versare il lievito madre e scioglierlo con la birra e l'olio, unire le farine, il sale e le cipolle frullate.

Se il composto dovesse risultare appiccicoso aggiungere altra semola, se troppo duro altra birra e olio.

Stendere allo spessore di 5 mm e ritagliare dei bastoncini, adagiare su cartaforno e cuocere in forno caldo a 200°/220°C per 20'.

Conservare in una scatola di latta.



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martedì 1 marzo 2016

ZUPPA DI MIGLIO ALLA FRANCESE O PAVÈ DAL LIBRO CINQUE QUARTI DI ARANCIA

Ho provato a convertirmi all'ebook, ci provo ad essere moderna e a passo con i tempi.

Tutto è iniziato la scorsa estate quando, per colpa della mia demenza sbadataggine, ho dimenticato i libri da portare con me al mare.
Tragedia!
Subito mi risolleva la pargola numero uno prestandomi prontamente il suo aggeggio moderno.
La ragazza è anche una che si accontenta, l'aggeggio in questione è di quelli basici, semplici semplici, niente retroilluminazione, nè pagine a colori, pochissime funzioni, quasi da libro tascabile edizione economica.
Tutto a mio favore che con la tecnologia ho serissimi problemi ( prima o poi vi racconterò quello che mi accade ogni sera con il telecomando della tv), fatto sta che sono riuscita a leggere un intero libro sfogliando pagine virtuali e ne sono stata felice.

Terminate le vacanze ero oramai ingolosita dalla possibilità di scegliere tra centinaia di libri tenendo in mano un affarino leggerissimo e così ho continuato a leggere sfogliando pagine virtuali, ma umettandomi puntualmente l'indice.
Per pura celia ho iniziato il romanzo di Joanne Harris ( quella del più famoso Chocolat) Cinque quarti di arancia, bello, ben scritto, una storia in cui si incrocia la Storia  con le piccole storie dei protagonist, per farla breve il romanzo mi prende e quando sto per arrivare alla conclusione...



Nulla!

Il vuoto!



Pagine bianche.



Ma come?- domando con voce isterica alla figliola- non ci sono i capitoli finali?
Non è possibile, è un ebook, deve esserci tutto il romanzo ( con voce sempre più acuta e sempre più isterica ) DEVE!
E invece non ci sono, bella tecnologia, in pratica una mega-sola e a me è rimasta la curiosità di conoscere come va a finire la storia.
Tutto questo però non è stato invano ( oggi mi sento filosofica).
Nelle pagine di questo romanzo si ritrovano descrizioni di piatti, di profumi e di ricette, buttate un pò lì, così come le darebbe una nonna o una vecchia zia: metti un po' di questo, un po' di quello, come ti piace, come preferisci.
Una delle ricette è una zuppa di miglio, detta anche pavè.
Ho provato a fare delle ricerche, ma non ho trovato da nessuna parte la descrizione di un piatto con le caratteristiche descritte che utilizzi questo nome.
La ricetta è ottima, strana negli abbinamenti, ma gustosissima nel risultato finale.
Ve la lascio nella versione provata da me.

Naturalmente questa ricetta non può avere un dosaggio degli ingredienti rigoroso, è di quelle ricette in cui si trova quello che ci si mette.
Personalmente l'ho fatta già un paio di volte e ho capito che per la buona riuscita è fondamentale l'utilizzo delle erbe aromatiche specificate e di ingredienti di ottima qualità.
Nella mia interpretazione ho anche evitato il passaggio nel forno, preferendo una consistenza un poco più morbida, tipo zuppa.



ZUPPA DI MIGLIO O PAVÈ (tratta dal libro Cinque quarti di arancia di J.Harris e reinterpretata da me)

per 3 porzioni
  • 1 cipolla
  • 2 scalogni
  • 1 porro
  • funghi porcini essiccati 15 g
  • pomodori secchi una manciata ( fatti rinvenire in acqua bollente)
  • acciughe sott'olio 8 filetti
  • avanzi di carne o di pesce ( arrosto, bollito, grasso di prosciutto o, nel mio caso, cotiche di maiale fresche)
  • 4 patate  bollite  ( questa volta non le avevo e non le ho messe)
  • miglio 125 g
  • vino bianco 200 ml
  • rosmarino fresco
  • timo fresco
  • basilico fresco
  • olio extravergine di oliva
In una pentola alta versare un giro di olio in cui far dorare la cipolla e gli scalogni affettati, insieme al rosmarino fresco.

Mettere in ammollo i funghi secchi in acqua tiepida, sgocciolarli, conservare l'acqua, filtrarla e tenere da parte.
Aggiungere nella pentola i funghi rinvenuti, il porro tagliato a rondelle, i pomodori secchi tagliati a  listarelle, il timo e il basilico.
Allungare con l'acqua dei funghi filtrata, unire i filetti di acciughe e cuocere tutto per 5 minuti.

Unire il vino bianco e le patate schiacciate grossolanamente con una forchetta ( se le aggiungete , io stavolta non le avevo).
Unire gli avanzi di carne o pesce ( per me cotiche di maiale, stavolta) e un paio di cucchiai di olio, cuocere coperto a fuoco bassissimo per 10 minuti, se occorre allungare con acqua .
Aggiungere il miglio crudo, direttamente sul condimento e lasciar cuocere fino a quando non risulterà morbido, se dovesse servire allungare con altra acqua calda.
La ricetta prevede 10 minuti di cottura, ma a me nel tempo indicato il miglio non cuoce per cui allungo i tempi aggiungendo altra acqua.

Non metto sale perché l'insieme risulta sempre sufficientemente saporito, voi regolatevi secondo i vostri gusti.


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venerdì 26 febbraio 2016

Canestrelli di Giovanni Pina

Ho una passione per la piccola pasticceria, in particolare per i biscotti.
Non apprezzo particolarmente le farce, le creme, i fritti, la cioccolata ( lo so, lo so, non sono normale!), ma potrei essere la donna più felice del mondo davanti ad un assortimento di biscottini per il the accompagnati da torte da credenza.
Provare biscotti rientra nei miei passatempi preferiti, insieme alla ricerca della ricetta della torta di mele perfette, che ancora non si conclude.
I Canestrelli originali sono biscotti tipici liguri la cui origine risalirebbe al medioevo e il nome deriverebbe dall'usanza di farli raffreddare su canestri.
Non conosco esattamente il gusto del "vero" canestrello, ma mi fido dei pasticcieri  e questa ricetta non delude, ha tutto quello che un biscottino deve avere: friabilità, aroma, giusto grado di dolcezza , praticamente perfetti.



Canestrelli di Giovanni Pina

Ingredienti 
per circa 90 biscotti

  • zucchero a velo 150 gr
  • burro 300 gr
  • tuorlo sodo 90 gr ( circa 4)
  • lievito in polvere 5 gr 
  • farina 00 500 gr 
  • scorza grattugiata  limone bio 1/2
  • vaniglia 1/2 bacca
 Per prima cosa dobbiamo rassodare le uova.
Per evitare di sprecare l'albume io ho proceduto in questo modo:

in una ciotolina ho sgusciato le uova, separando i tuorli e tenendoli da parte, evitando di romperli.

Nel frattempo ho riempito una pentola alta e stretta con dell'acqua e l'ho portata quasi al bollore, a quel punto ho fatto scivolare nell'acqua i tuorli stando sempre attenta a non farli rompere e ho lasciato cuocere per 8 minuti dalla ripresa del bollore.

( Gli albumi conservateli per altre preparazioni! )

Una volta pronti i tuorli sgocciolarli, farli raffreddare e passarli al setaccio, ottenendo una specie di farina.Unire il burro, lo zucchero a velo setacciato e gli aromi.
Cercate di ottenere un composto ben amalgamato.

Unire la farina setacciata con il lievito lavorando il minimo necessario per ottenere un impasto compatto.
Avvolgere nella pellicola e conservare in frigo per un paio di ore ( io tutta la notte).
Il giorno successivo stendere il composto allo spessore di 4/5mm ( aiutatevi con della cartaforno o della pellicola per non far attaccare l'impasto) e ritagliare i canestrelli utilizzando uno stampino a forma di fiore di circa 5/6 cm, se come me non possedete lo stampino specifico procedete facendo il buchino al centro di ogni biscotto con attrezzi di fortuna ( la parte finale del manico di un cucchiaio di legno).

Cuocere per 15 minuti in forno preriscaldato a 190°C modalità statico.

Sfornare e lasciar raffreddare senza rimuovere ( appena sfornati sono molto friabili, raffreddandosi acquisiscono maggiore compattezza).

Cospargere con abbondante zucchero a velo e gustare.


Si conservano per un mese in una scatola di latta...i miei non hanno superato i 10 giorni di vita !







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martedì 16 febbraio 2016

DESSERT DI MELE E ARANCIA CON MIELE DI ARANCIO E CARDAMOMO E CUBI DI PANE AL BURRO E CANNELLA, COTTO IN LAVASTOVIGLIE E IL MIO RITORNO ALL'MTC

Inutile, ad un richiamo così dolce non ho saputo resistere.
Questo mese , per la gara più bella del web, l'MTC, i vincitori della sfida di gennaio, Eleonora e Michael Meyer, dal Blog Burro e Miele, hanno proposto non una ricetta codificata, ma un ingrediente : il miele.

In questi mesi di assenza ho seguito la gara, ho assistito al giubilo per la quota 50, ho rosicato  gioito per gli amici presenti al primo raduno dell' MTC, ho visto audaci foodblogger maneggiare bisturi, mannaie e coltelli al grido di "mai più con lo sterno!", pur di rendere accogliente  la cavità dell'animale prescelto, per questa sfida qui.
Per farla breve vi ho osservato , non mento dicendo che ho provato le ricette, non ci sono riuscita,ma le gare e gli sfidanti sono lì a formare uno dei più begli archivi di ricette in circolazione.

Il miele é un ingrediente particolare, lo si odia o lo si ama.
Lo si associa con ricette tradizionali, con rimedi della nonna, si conserva in dispensa come il ritratto di un vecchio avo di cui ci si è quasi dimenticato.
Lo teniamo lì e spesso non sappiamo cosa farne, se ci coglie la mania salutista riusciamo anche ad utilizzarlo nel cappuccino mentre addentiamo un cornetto farcito con crema all'olio di palma al gusto cioccolato, così stiamo a posto con la coscienza.
Personalmente non ho mai sopportato il miele, poi...
La mia più che una conversione graduale é stata una folgorazione.
Galeotto fu un miele  di fico d'India regalatomi e provato nel caffè, niente é stato più come prima, ho iniziato a provare gusti a me sconosciuti : robinia , sulla, castagno, sambuco e perfino il miele di radura mandatomi da Annarita.
Ammetto di apprezzarlo molto in purezza, abbinato a formaggi, ma è rimasto sempre relativamente limitato l'utilizzo che ne ho fatto in cucina.

Dopo una lunga pausa dalla vita virtuale ho ricominciato, lentamente a postare e il richiamo dell' MTC é arrivato, con una scia di dolcezza che mi ha colpito al cuore.

Ricomincio in punta di piedi, con una ricetta che non si può proprio definire tale.
É stata un'amica d'infanzia,ma anche di adolescenza , che mi ha regalato il libro "Cucinare in lavastoviglie" di Lisa Casali, a farmi accendere la lampadina.
Dopo quasi un anno ho deciso di voler provare questa tecnica di cottura e così é nata una ricetta, prendendo spunto dai suggerimenti del libro , ma con lo sguardo alla sfida dell' MTC.



DESSERT DI MELE E ARANCIA CON MIELE DI ARANCIO E CARDAMOMO E CUBI DI PANE AL BURRO E CANNELLA, COTTO IN LAVASTOVIGLIE

Per 4 persone
Procurarsi 4 vasi a chiusura ermetica di 500 ml

  • 4 mele golden delicious
  • 4 arance ( per me biologiche provenienti dalla Sicilia)
  • Miele biologico di arancio 50 g  più altro per la finitura
  • Cardamomo in polvere mezzo cucchiaino
  • Due panini (come da ricetta *)
  • Burro 50 g 
  • Cannella in polvere mezzo cucchiaino
  • Zucchero a velo
*Per i panini , da preparare il giorno prima
Dose per 12 pezzi

  • 350 g farina 0
  • 150 g farina di semola rimacinata di grano duro
  • 250 ml acqua
  • 10 g lievito di birra
  • 5 g zucchero
  • 20 g strutto
  •  6 g sale

In planetaria unire le due farine setacciate, versare 200 ml dell'acqua prevista e mescolare grossolanamente.
In un bicchiere versare i 50 ml di acqua , lo zucchero e sciogliervi il lievito.
Dopo dieci minuti versare sul composto di farina e iniziare ad impastare con la foglia aggiungendo lo strutto , in ultimo il sale.
Far lavorare fino a quando il composto non risulti ben incordato e agganciato alla foglia.
Rimuoverlo dalla planetaria,lavorarlo sulla spianatoia, dividerlo in pezzi di circa 70 g, arrotondarli e poggiarli su una teglia coperta con cartaforno, coprire con della pellicola e lasciar lievitare per circa tre ore , al caldo.
Preriscaldare il forno a 180°C , cuocere per 25'.
Far raffreddare e conservare in un sacchetto di cellophane.



PER IL DESSERT
Assicuratevi di avere una lavastoviglie quasi pronta per il lavaggio.

Preparate i quattro contenitori.
Sbucciare le arance e tagliarle a fette spesse poco meno di un centimetro, rimuovendo i semi se presenti.
In una padella larga far sciogliere il miele previsto, una volta caldo adagiare le fette di arancia e proseguire la cottura per circa 12 minuti, voltandole un paio di volte, fino a quando le arance non avranno assorbito quasi tutto il fondo, unire il cardamomo, un pizzico su ogni fetta.

Nel frattempo sbucciare le mele e tagliarle a cubetti piuttosto piccoli.
Versare sul fondo di ogni contenitore un paio di fette di arancia, tutta la mela a cubetti, altre fette di arancia e chiudere il contenitore.
Preparare allo stesso modo gli altri dessert.
Posizionare in lavastoviglie, nel cestello superiore e avviare il programma intensivo. 

Mentre la lavastoviglie lava e cucina prepariamo la parte croccante della ricetta.
Tagliamo un panino a fette sottili e poi a cubetti.
In una padella fondiamo il burro e facciamo rosolare il pane, cospargendolo con la cannella e pochissimo zucchero a velo.
Tenere da parte.
Non appena sarà terminato il lavaggio rimuovere i contenitori dalla lavastoviglie, aprire solo davanti ai commensaie,cospargere con i dadini di pane e un filo di miele di arancio.
 Gustare.

    *************************---------------*******************************

Potrà sembrare strano l'abbinamento di questo pane con la frutta, avevo pensato a qualcosa di più dolce, ad un crumble, una frolla, delle tuiles, ma poi ho deciso di non sovrastare il sapore della frutta che, cucinata in questo modo, mantiene tutto l'aroma e il gusto .
Il pane utilizzato è particolarmente neutro , nell'insieme riesce a donare una nota croccante ed equilibrata nel sapore senza esagerare.








Con questa ricetta torno a partecipare all'MTC n° 54

http://www.mtchallenge.it/

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Lingue di suocera abruzzesi o biscotti albumi, farina e frutta secca senza burro...riciclare ad oltranza si può

Il lupo perde il pelo , ma, nel mio caso, non perde gli albumi.

Quantità indescrivibili.
Il  mio freezer non contiene buste di surgelati, nè provviste per l'inverno, no, sarebbe troppo normale dalle mie parti.
Il mio freezer ha ben stipati contenitori, ciotoline e bicchieri colmi di albumi, li accumulo così, senza domandarmi il perchè, istintivamente.
C'è chi colleziona scarpe tacco 12, chi borsette firmatissime, chi vestiti da sera, io colleziono albumi.

Mai e poi mai potrà capitarmi di rimanerne spovvista, mai e poi mai mi arrenderò all'idea di buttarli, giammai!

Tocca però utilizzarli, di tanto in tanto e così , questa volta, ho trovato proprio una ricetta comoda comoda.
Semplice da realizzare, permette di utilizzarne una buona quantità senza molto sforzo e il risultato, nonostante quello che può sembrare, non è affatto a rischio di coma glicemico.
La possibilità di poter modificare secondo i propri gusti rende questa ricetta ideale per accontentare i gusti di tutti.
Aggiirnanento
Ho fatto una piccola ricerca per trovare chi abbia postato per primo  questa ricetta, ad oggi quel blog non esiste più,  ho invece scoperto che questi dolci in Abruzzo esistono da sempre e vengono chiamati lingue di suocera... chissà perché. 




Biscottini con solo albumi e frutta secca
Stampo da plumcake

per 2 teglie da forno

  • 200 g albumi
  • 200 g zucchero semolato
  • 200 g farina 00
  • 200 g frutta secca a piacere ( per me noci o mirtilli essiccati)
  • essenza di vaniglia  oppure buccia grattugiata di arancia o limone ( mia aggiunta)
 Bagnare strizzare e foderare con della cartaforno uno stampo da plumcake di circa 20 cm x 10 cm.

Preriscaldare il forno a 170 °C.
Montare gli albumi a neve con lo zucchero, aggiungere gli aromi .
Con una spatola inglobare la farina setacciata in due /tre volte.
In ultimo unire la frutta secca, mescolando bene.
Versare l'impasto nello stampo da plumcake, livellarlo e cuocere per circa 30 minuti.

A cottura ultimata sfornare, far intiepidire e procedere nel tagliare tante fette sottilissime ( ho utilizzato un coltello a lama liscia e non ho avuto problemi).
Disporle sulle placche del forno coperte con cartaforno e far biscottare in forno a 160°C per circa 10 minuti.
Una volta trascorso il tempo previsto, spegnere il forno, ma lasciare le teglie all'interno, si asciugheranno perfettamente.




Versione alla buccia di limoni e mirtilli rossi


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lunedì 8 febbraio 2016

Cake al limone di Bernard Laurence

Girovagando sono capitata qui.
Sia chiaro , io provo a guardare ricette salate e, alle volte, provo anche ad avere almeno due pasti NON dolci all'interno delle ventiquattr'ore, ma quando incontro ricette che sembrano dire "PROVAMI", diventa praticamente impossibile resistere.

Mi piacciono molto le cake al limone , lo so, lo so che sono sempre piene di burro e ipercaloriche, ma preferisco essere satolla e felice ^__^
Fatto sta che quando ho letto il procedimento di questo dolcino ho immediatamente voluto realizzarlo.
Niente uova da montare, niente burro a crema...sciogli tutto, mischi tutto e SBAM in forno.

Unico fastidio la glassa, ma anche qui solo mescolare e versare.
Un problema serio esiste in questa ricetta...dover aspettare che la glassa rapprenda prima di divorarla!



CAKE AL LIMONE
 tratta dal libro Le dessert de Bernard
presa da qui

Dose per uno stampo da plumcake 8cm X 16 cm
Per me  8cm X 22 cm
  • 175 g zucchero
  • 120 g burro fuso
  • buccia grattugiata di un limone bio
  • 3 uova medie
  • 150 g farina 00
  • 80 g succo di limone
  • 2 g lievito per dolci

GLASSA
  • 25 g succo di limone
  • 135 g zucchero a velo
Preriscaldare il forno a 170°C.
Mescolare il burro fuso a bagnomaria con lo zucchero.
Unire la buccia di limone, inserire un uovo alla volta.
Al termine versare la farina setacciata con il lievito e il succo di limone.

Versare in uno stampo imburrato ed infarinato.
Cuocere per 40'/45'.
Fare sempre la prova stecchino.
Sfornare.
Non appena sarà possibile rimuoverlo dallo stampo avvolgerlo nella pellicola per preservarne l'umidità.

Preparare la glassa : setacciare lo zucchero a velo, unire il succo di limone e mescolare bene, la consistenza dovrà essere piuttosto liquida.
Non appena il dolce sarà freddo glassare e lasciar asciugare.

Volendo decorare con altre bucce di limone grattugiate.




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mercoledì 3 febbraio 2016

PATÈ DI TOPINAMBUR

Il topinambur esercita su di me uno strano fascino.
Lo acquisto sempre e riesco anche a farlo mangiare a tutta la famiglia.

Trovo che il suo gusto ( tra il carciofo e il cardo) sia semplicemente perfetto abbinato alla consistenza ( una specie di patata) e praticamente ideale per una come me che detesta gli ortaggi con troppi scarti ( come i carciofi).
La quantità acquistata è stata utilizzata per un risotto, una vellutata e questo patè che arriva direttamente dalle amicizie virtuali con cui  perdo  trascorro buona parte del mio tempo su fb.
Per la precisione la ricetta è di Roberta Cornali , veloce da realizzare e ottima :grazie per la dritta, Roberta!  ;)

Qui potrete trovare altri modi per utilizzarlo.
E anche qui


PATÈ AL TOPINAMBUR

per un barattolino da 150 ml

  • 200 g topinambur
  • 500 ml acqua
  • 500 ml aceto di vino bianco
  • sale
  • origano 
  • aglio rosso di Sulmona 3 spicchi
  • olio extravergine di oliva
Pulite con un pelapatate i topinambur, lavateli e affettateli sottilmente.
In una pentola versate l'acqua e l'aceto,  aggiungere i topinambur e poco sale.
Portare a bollore e proseguire la cottura fino a quando non risulteranno teneri, ma non disfatti.
( Non ho cronometrato il tempo , ma sicuramente i miei sono rimasti sul fuoco per più di 30 minuti).

Una volta pronti sgocciolateli bene, versarli nel bicchiere del mixer, unite una presa generosa di origano e gli spicchi di aglio sbucciati, iniziare a frullare unendo l'olio a filo.
Non ne occorrerà moltissimo.
Una volta raggiunta la consistenza cremosa, versare tutto in un barattolo sterilizzato, coprire con altro olio , chiudere e conservare in frigorifero.

Ottimo spalmato su delle tartine.




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sabato 30 gennaio 2016

Biscotti all'avena, farro e segale senza burro, senza uovo

 Il problema di chi sperimenta in cucina è l'acquisto degli ingredienti, nel senso che spesso per una dose minima, ma necessaria, restano in dispensa pacchi quasi interi.

È accaduto anche per un pacco di fiocchi di avena, acquistati per inserirne 50 g in un barattolo di preparato per biscotti ed è rimasto lì, a guardare fuori con aria di attesa fiduciosa ogni volta che apro lo scaffale.
Utilizzarlo nel latte non è contemplato, sono più tipo da biscotti da inzuppo, però il web anche questa volta è stato un'ottima risorsa.
La moda delle ricette "senza" stavolta mi è andata bene, ricettina veloce, perfetta per utilizzare una parte dei fiocchi d'avena e anche della farina di farro e segale ;)




BISCOTTI ALL'AVENA , FARRO E SEGALE
Ricetta presa da qui 

Dose per 20/25 pezzi
  • 250 g farina di farro e segale ( integrale nella ricetta originale)
  • 125 g fiocchi d'avena tritati
  • 125 g zucchero di canna
  • 50 ml caffè della moka freddo
  • 120 ml olio di semi
  • 30 ml acqua
  • 6 g lievito per dolci
  • sale

Mescolare tutti gli ingredienti secchi.
Unire l'olio e il caffè, allungato con l'acqua.
Lavorare con le mani , si otterrà un impasto molto granuloso che lega poco, ma non importa, cercate di compattarlo e lasciatelo riposare in frigorifero, avvolto nella pellicola, per un paio di ore .

Utilizzando un foglio di cartaforno stendere e appiattire il composto, dando uno spessore di 5/6 mm, utilizzando un tagliabiscotti dare la forma preferita.

Cuocere in forno caldo a 180°C per 10'-15'.
Eventualmente lasciarli in forno spento con lo sportello aperto.


* Appena cotti prevale l'odore dell'olio di semi, tende a svanire il giorno successivo .

Si conservano, in un barattolo di latta, per 7 giorni.


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domenica 24 gennaio 2016

Dolcetti di finta sfoglia con crema al bergamotto nell'impasto

La crema di bergamotto avanzata dalla produzione di questo liquore è stata prontamente utilizzata , secondo il vecchio adagio: " non si butta via niente"!

La ricetta originale la trovate nel blog di Erika , io l'ho adattata agli ingredienti presenti nella mia cucina , non ho provato, ma , secondo me, si potrebbe avere un buon risultato anche utilizzando della ricotta....idea ancora da sperimentare.
La base di questi dolcetti, pur essendo priva di zucchero è molto bilanciata nell'insieme, nel mio caso gli aromi della crema avanzata sicuramente regalano un sapore più ricco, mi sentirei di consigliare di aromatizzare il composto con della buccia di limone o con della vaniglia.



DOLCETTI DI FINTA SFOGLIA CON CREMA AL BERGAMOTTO NELL'IMPASTO
Dose per circa 20 pezzi piccoli
  • 120 g crema da liquore al bergamotto ( ricetta originale  formaggio cremoso)
  • 110 g burro morbido
  • 180 g farina 00
  • sale
  •  
  • marmellata a piacere per farcire ( per me lamponi e amarene)


Montare per 2'-3' il burro morbido e la crema di formaggio, in planetaria con gancio a k.
Unire un pizzico di sale e la farina.

Una volta ottenuto un composto compatto, rimuovere dalla ciotola, formare una palla, avvolgere nella pellicola e lasciare riposare in frigo per un paio di ore, minimo, per me tutta la notte.

Preriscaldare il forno a 180°C.
Stendere l'impasto allo spessore di 3-4 mm e ritagliare nelle forme che preferite, tonde o quadrate, idonee per essere farcite.

Ho utilizzato dei tagliabiscotti tondi di 8 cm di diametro e li ho farciti con un cucchiaino di marmellata di lamponi e amarene.

Sigillare bene i bordi, magari utilizzando un pochino di acqua o dell'albume.

Cuocere per 20'.







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martedì 19 gennaio 2016

Liquore al bergamotto per la settima na degli agrumi del Calendario del Cibo dell'AIFB

Il regalo che mi sono fatta questo Natale è stato di quelli da lasciare senza parole.
Commovente a ripensarci.

Per la prima volta ho trovato al mercato dei bergamotti, provenienti direttamente dalla Calabria.
Vederli e desiderarli è stato un tutt'uno.

Mai e poi mai avrei pensato che questo liquore sarebbe stato perfetto per il Calendario del Cibo , dell'AIFB, che vede questa settimana dedicata agli agrumi e così, nel mio piccolo dò un contributo, rimandando al post bellissimo ed esauriente di Aurelia Bartoletti che trovate sul sito dell'AIFB.

Dopo aver realizzato quello che avevo in mente ( cioè un dolce al bicchiere) ne sono avanzati tre.
Non potevo assolutamente sprecarli, ho cercato un poco in rete e  mi sono illusa di essere capitata su un sito affidabile, vedo una bellissima crema di bergamotto e decido di provarla.

Nel frattempo leggo anche qualche altra ricetta, ma poi decido di procedere.

Non amo bere alcolici, ma amo molto fare liquori, tanto prima o poi trovo qualcuno a cui farli provare.

Nel leggere la ricetta mi è venuto il dubbio che, forse, unendo il succo dei bergamotti al latte caldo avrei potutto innescare una reazione, non proprio voluta, ho voluto provare la ricetta così come era...sbagliando, ma riuscendo così ad ottenere un'altra cosa e , forse, anche migliore.



LIQUORE AL BERGAMOTTO
Dose per un litro e mezzo

  • 1 lt latte ( se fresco, è meglio)
  • succo di 3 bergamotti filtrato
  • buccia grattugiata di un bergamotto
  • 470 g zucchero
  • 325 ml alcool per liquori
  Mettere la buccia del bergamotto grattugiata in infusione nell'alcool.
Tenere da parte.

In una pentola versare il latte, il succo e lo zucchero, mescolare facendo andare su fuoco lento per 15'-20'.

Noterete che il latte formerà dei grumetti, non importa, ( questo è il punto farlocco della ricetta originale), lasciate raffreddare bene.

Versare l'alcool, filtrato dalle bucce , nel latte e conservare in frigo per una settimana, ma anche più.

Noterete che il liquido si dividerà, formando una parte bianca sul fondo e una parte giallina in alto.

Trascorsi i giorni di attesa procedete al filtraggio.

Utilizzate un chinois o un imbuto per marmellate, inserite un filtro per il caffè e versate il composto, la prima parte, quella più liquida, scendera più rapidamente, la parte più densa impiegherà più tempo.



NON ABBIATE FRETTA.

Versatene un poco alla volta e lasciate che il tempo e la gravità facciano il loro corso.

Al termine otterrete un bel liquore limpido, giallino e profumato di bergamotto.


Nei filtri vi resterà una crema densa, bianca e dall'inebriante sapore di bergamotto, leggermente alcolica, non buttatela via, conservatela in un barattolo in frigo ed utilizzatela come meglio credete...io ne ho fatto dei dolcetti che, spero, riuscirò a postare presto.






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