Non so nulla di cucina giapponese, di kaki-age, di kiru e di moritsuke, fino a quindici giorni fa non avevo neanche idea di cosa fosse un bento, ma ora ho recuperato, dopo avere letto il minuzioso post di
Acquaviva, ho imparato più nomi legati alla cucina giapponese che un corso accellerato con una madrelingua.
Attenendomi alle indicazioni date, ho cercato di stare alle regole, almeno per questo giro ; )
Ho cercato di capire come rispettare l'ortaggio che avevo di fronte, quale taglio potesse preferire, ho cercato quali vegetali potessero andare d'accordo per forma, colore, sapore.
Ho pensato all'armonia del cosmo, a come non accrescere il caos universale, a come mettere in equilibrio l'interno con l'esterno, lo yin e yang.
Ho provato a fare di una "semplice" frittella un trattato di filosofia ( almeno nella mia testa).
Perchè alla fine di questo si tratta.
Tutte, quando cuciniamo, cerchiamo di rendere il nostro piatto una sorta di metafora della nostra vita, del nostro umore, dei nostri ricordi.
Tutto ciò che abbiamo pensato, vissuto, ricordato vorremmo fosse espresso e manifesto nel piatto che presentiamo.
E' un pò questa l'idea che credo stia dietro a questa sfida : ricreare l'armonia, ma anche il pensiero di ciò che sta alla base del piatto.
Dopo aver stampato il post di Acquaviva, come suggerito dalle ragazze dell'MTC , sono stata per un paio di giorni a studiarmelo, a prendere appunti , a sottolineare i passaggi importanti e a cominciare ad ideare la ricetta...finora non mi era mai venuto in mente di pensare ad un piatto prima ancora di realizzarlo, con questa sfida è stato così, ma la cosa sconvolgente è che ho iniziato anche a disegnare come dovevo disporlo...insomma, sono andata proprio fuori di testa a questo turno ; )
Tornando al post di Acquaviva mi sono attenuta scrupolosamente alle sue indicazioni per quanto concerne il trattare gli ingredienti prescelti, l'abbinamento consentito e concesso, l'esecuzione della pastella ( koromo),
il sale aromatico da abbinare e il tipo di taglio da applicare ai cibi ...insomma una faticata, ma alla fine che soddisfazione!
Ho scoperto davvero un modo diverso di preparare un cibo, dover prestare attenzione ai vari passaggi, mi ha costretta a pensare a come i vari sapori si sarebbero uniti tra di loro e questo sforzo mentale è stato un bell'esercizio, troppo spesso il cucinare è un mero esercizio pratico, in questo caso è stato interessante pensare prima di realizzare, e provare ad intuire il risultato...bello, mi è proprio piaciuto.
Ma passiamo alla ricetta così come l'ho realizzata, naturalmente qualche piccola variazione sul tema ho dovuto farla quindi, per una frittella niente sale, ma una salsa non canonica e poi, naturalmente , un kaki-age versione dolce ...non ce l'ho fatta a resistere ; )
Kaki-age washoku (per non peccare di modestia)
Ingredienti
Per frittella n°1
- pomodori secchi
- zenzero fresco
- cipolla rossa di tropea
- gamberetti
Far rinvenire i pomodori secchi in acqua bollente, a cui sono state aggiunte delle rondelle di zenzero fresco, per qualche minuto, scolare, far raffreddare e procedere a un taglio
mijingiri (pezzetti). Mettere in frigo.
Tagliare la cipolla rossa e mettere in acqua per 5 minuti, scolare, asciugare e mettere in frigo.
Scottare i gamberetti in acqua per pochi minuti, scolare , tagliare a pezzetti e mettere in frigo.
Per frittella n°2
- ceci lessati
- basilico fresco
- zucchine piccole
Sgocciolare i ceci, mettere in frigo.
Tagliare il basilico con un taglio
sengiri (julienne), mettere in frigo.
Pulire le zucchine, tagliarle a metà, asportare la parte centrale e procedere ad un taglio s
engiri, mettere in frigo.
Per frittella n°3
- albicocche
- nespole
- pesche
- gocce ai frutti di bosco
Sbucciare la frutta e procedere a un taglio
mijingiri (pezzetti), mettere in frigo.
Per la pastella
- 125 g di farina di riso+ qualche cucchiaio per infarinare
- 200 ml circa di acqua ghiacciatissima
- 1 tuorlo d'uovo
Sbattere l'uovo con l'acqua ghiacciata (usando un paio di bacchette di bambù) e quando è ben amalgamato, unire in un sol colpo la farina setacciata.
Mescolare lentamente e per poco tempo per evitare che la pastella diventi collosa.
Far riposare in frigo da 1 ora a 24 ore, nel mio caso 1 ora.
Sale aromatico per Frittella n°1
- sale
- zenzero fresco grattugiato
Salsa per frittella n°2
- senape
- basilico
- olio
- aceto
- sale
In una ciotolina mescolare olio, aceto, senape, basilico frullato,sale.
Zucchero aromatizzato per frittella n°3
- zucchero a velo
- farina di mandorle
Per la frittura
- lt olio di arachidi ( profumato con un cucchiaio di olio di sesamo, che io non avevo)
Mescolare gli ingredienti della prima frittella, aggiungere un pò di farina, versarvi una parte dell'impasto per la frittella.
Friggere due frittelle alla volta, sgocciolare su carta assorbente.
Mescolare gli ingredienti della seconda frittella, aggiungere la farina, versare un terzo della pastella e procedere alla frittura ( come consiglia Acquaviva è opportuno friggere prima i composti con le verdure, poi quelli con il pesce).
Mescolare la frutta per la terza frittella, versare un pò di farina e un pò di zucchero a velo, aggiungere il composto e friggere in olio pulito.
Comporre il piatto
Disporre i
kaki-age in numero dispari ( nel mio caso 3) in piatti individuali, accompagnare ogni kaki-age con il proprio condimento,
per la prima frittella affiancare il sale aromatizzato con lo zenzero, cercando di dare una forma di cono per ricordare la sagoma del monte Fuji, innevato dallo zenzero in questo caso ; )
per la seconda un cucchiaio di salsa alla senape ( e qui non ho nessun riferimento geografico-ambientale, l'ho posizionata accanto e basta)
per la terza : zucchero a velo con farina di mandorle, anche in questo caso rigorosamente sagoma del monte Fuji, l'avevo detto che mi ero impegnata, no?
Ultima nota positiva per me che non friggo più di tre volte nell'anno, la frittura con l'olio di arachidi è inodore e leggerissima.
Grazie alle ragazze dell'
MTC e ad Acquaviva per avermi trasportato in un mondo così affascinante e stimolante anche con questa ricetta.